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Nel respiro e nell’anima degli alberi

Nel respiro e nell’anima degli alberi

Guardano la vita che scorre, come grandi saggi poggiati sulle loro gambe da 380 milioni di anni.

C’erano prima che ci fosse l’uomo, l’avrebbero visto nascere, prosperare e annaspare in un veleno di cupidigia e cecità. Chissà se hanno giudicato con benevolenza la fallace esistenza di noi umani, chissà se hanno riso beffardi della nostra incapacità di imparare. Loro che hanno imparato a rigenerarsi, a rinascere letteralmente dalle loro ceneri, a prendersi cura gli uni degli altri. 

“Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima” diceva Van Gogh capace di vedere e sentire più intensamente di altri quella moltitudine silenziosa, respiro del mondo. 

Richiamano la magia di un villaggio incantato i faggi piantati nel XVIII secolo dagli Stuart nell’Irlanda del nord, The dark hedges, un lungo viale i cui rami si intrecciano tra loro coprendo il cielo alla vista di cui ne percorre la via. 

Di un caleidoscopio incredibile di colori l’eucalipto arcobaleno delle Hawaii. Un albero alto 70 metri che ad ogni piccolo distacco di corteccia rivela una nuova sfumatura di colore: viola, rosso, arancione e marrone il suo tronco, verdi le sue profumatissime foglie.

Ha visto scorrere e passare gran parte delle storia conosciuta, i romani, gli egiziani, i maya e lui, l’abete rosso Tjikko è ancora lì. La datazione al carbonio 14 ha rivelato la sua età: 9.500 anni e anche un piccolo segreto. Sono le sue radici ad essere così antiche, il tronco e i suoi rami hanno invece appena 600 anni. Tjikko è rinato da se stesso. 

E se intorno a loro dovesse mancare la vita? Se un seme per caso fosse portato dal vento nel deserto? L’albero riuscirebbe comunque a vivere rigoglioso nella sua abbagliante bellezza, come Shajarat-al-Hayat, l’albero della vita che in Bahrein continua a fiorire e crescere da oltre 400 anni nelle condizioni più ostili che si possano immaginare, in pieno deserto.

E in Europa? Gran parte di quello che siamo potrebbe raccontarcela Italus, un pino loricato che da 1230 anni vegeta, respira e vive nel parco nazionale del Pollino, in Calabria. Il più antico di tutti che oggi Giornata mondiale degli alberi, mostra a tutti il suo respiro, la sua capacità di ascoltare il mondo intorno a sé e rivela - come diceva Van Gogh - la sua anima a chi sarà capace di percepirla.

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