
www.pressinbag.it è una testata giornalistica iscritta al n. 10/2021 del Registro della Stampa del Tribunale di Bari del 10/05/2021.
Lo sguardo ampio e profondo, la visione è d’insieme, nessuna cornice, ogni parte compone il quadro generale.
Il cielo vasto, la terra brulla, qualche albero, un muretto a secco, la terra che collassa e crea doline che il vento negli anni ha modellato.
La guida orgogliosa racconta che il Pulo di Altamura è una delle aree a più elevato valore naturalistico ed archeologico del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, qui nidifica il raro corvo imperiale uno dei pochi animali al mondo ad essere presente in entrambi gli emisferi del globo naturalmente.
Mentre racconta le meraviglie di questa dolina si piega per raccogliere un bicchiere di plastica lasciato lì da qualche passante, nulla deve rovinare il paesaggio incontaminato e chi arriva può solo immergersi nella vista di rocce, grotte e immaginare la vita che scorreva sopra e sotto il Pulo.
A pochi chilometri da qui furono trovati i resti dell’Uomo di Altamura, probabilmente caduto per sbaglio nella grotta e morto di stenti dopo aver tentato inutilmente di ritornare in superficie.
Le grotte hanno nomi che lasciano immaginare storie, vite passate, la Grotta dell’imbroglio, la grotta dell’Orco, l’Inghiottitoio del Pulo. Pare che San Guglielmo da Vercelli in una di quelle grotte ha vissuto come eremita, sino al Seicento erano visibili i resti di una chiesetta e di un orto.
Nel 1797 nel suo Dizionario geografico del Regno di Napoli, Lorenzo Giustiniani sostenne che fu il “fuoco sotterraneo” e i terremoti, ad aver realizzato quella incredibile dolina che passo dopo passo misura 1800 metri di perimetro.
Ci fu chi imputò ad un meteorite la sua nascita. Bisogna arrivare al 1917 e a Carmelo Colamonico per arrivare alla teoria dell’inghiottitoio e del crollo e quindi all’acqua che con pazienza e furia ha plasmato il Pulo.
Lo sguardo vaga per gli interminati spazi e i sovraumani silenzi, giù per i novanta metri di alberi e piante che ne hanno fatto dimora, in alto verso il cielo che si confonde con il paesaggio elegante e asciutto della Murgia e dritto dove la luce del sole calante illumina tutto e l’occhio si perde nell’infinito naufragando in questo mare di pietra.

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