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L’infanzia è un modo di guardare il mondo

L’infanzia è un modo di guardare il mondo

Il soffice riposo rannicchiata in una peonia, dormire sulla luna, le farfalle sempre negli occhi,

giocare a cavalcioni su un cavalluccio marino, l’incontro di un pesce e di una farfalla, arrampicarsi su un ramo di rose, guardare nel cielo il bimbo libellula. Cristiana Soriano è una illustratrice di sogni ad occhi aperti. Abbiamo parlato con lei del suo mondo, delle sue tavole, delle emozioni che le fanno battere il cuore.

 

I tuoi personaggi sono piccoli sognatori avventurosi. Qual è il tuo sogno e dove inizia l’avventura?

Sogno di continuare a raccontare l’infanzia, non come un’età, ma come un modo di guardare.

L’avventura inizia lì: quando il disegno diventa un ponte tra ciò che si vede e ciò che si sente, tra il reale e il possibile.

Dormire in una peonia o cavalcare un cavalluccio marino, con i tuoi disegni crei mondi immaginifici, ce ne parli?

Disegnare per me è come ricordare un sogno che stavo per dimenticare.

Le mie illustrazioni a volte nascono da un’emozione, altre da un silenzio. Dentro quei mondi ci metto quello che non riesco a dire a parole: la paura, la tenerezza, la speranza. Forse per questo sembrano così lontane e così familiari allo stesso tempo.

Quando hai capito di voler essere un’illustratrice?

Credo di non averlo mai “capito”, nel senso logico del termine. È successo lentamente, come quando un seme germoglia sottoterra e un giorno spunta una foglia e ti accorgi che era sempre stato lì. Ho sempre disegnato, ma solo da adulta ho capito che quel modo di guardare il mondo - con curiosità, fragilità e stupore - poteva diventare anche un mestiere.

Cosa ti nutre?

La lentezza. I silenzi. Le voci dei miei bambini che inventano parole impossibili. Le storie che parlano piano, ma restano dentro. Mi nutrono le mani che si sporcano di colore, i profumi del bosco, e la sensazione di poter trasformare un’emozione in un’immagine che respira.

Il mondo che vorresti…

Un mondo dove si insegna ai bambini - e agli adulti - che la gentilezza è una forma di forza, e la fantasia un diritto. Dove si può sognare senza vergogna, e le parole “piccolo” e “fragile” non sono mai un limite, ma un punto di partenza.

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