Pane & Acqua

Fave nelle sere d’estate

Fave nelle sere d’estate

I trulli immersi nel verde, tra le colline, il mare ad est è promessa di mete lontane. Le contrade si susseguono nel territorio di Fasano.

All’improvviso ecco il segnale che indica la strada per Cocolicchio, una piccola piazza, una chiesa, i trulli immersi nel silenzio interrotto dai canti delle cicale, dimore abituali dove trascorrere il tempo.  Qui in queste terre si coltivano ancora leguminose e tra queste la fava. Vito Pinto le maneggia con sapienza, ci spiega che è “un legume ricco di proteine e che in passato costituiva la base dell’alimentazione per larghe fasce della popolazione. Veniva considerata la carne dei poveri, ricco di sostanze antiossidanti che rendono questo legume un alimento nutraceutico”.

Fave che coltiva da anni, stesso metodo, come ha appreso dagli avi. La parte buona e grossa da destinare al consumo, le piccole da conservare come nuovo seme per l’annata successiva. Quelle di questa zona sono grosse e tenere e si prestano a mille varianti culinarie. Un tempo si preparavano nei tegami in terracotta al fuoco della brace, una purea da conservare anche nei giorni suggestivi ripassandola in olio bollente. Pane, verdure, cicorie e tanti altri abbinamenti. Vito sorride del suo raccolto, mentre una gallina cerca qualcosa da beccare un cervone nell’aia fa incetta di uova. Tra le contrade di Fasano, tra gli odori dei campi coltivati, sotto una pergola, Vito controlla che le fave dal colore a volte  violaceo siano perfette. Scorta per l’inverno che verrà, materia prima nelle cene d’estate. In perfetto ordine ha conservato baccelli secchi, buoni come concime, e fave di varie grandezze passate al setaccio per far cadere le più piccole in un contenitore per poi destinarle a nuova vita.

Le migliori mostrano la loro innata bellezza ai frequentatori che già sognano di gustarle, anche nelle calde sere d’estate, dimenticate.

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