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Castro, approdo di Enea

Castro, approdo di Enea

Appare in tutta la sua magia, in una giornata di scirocco, favonio che schiaccia il cielo sul mare, nuvole calde a comprimere tetti.

Ed ecco lungo la costa Castro e la sua marina, il porto  e le barche in rada, insenatura a proteggere dalla furia nei giorni di maestrale.

Castro approdo sicuro, nella sua parte bassa, molo sul mare azzurro e verde, grigio quando il cielo è carico di sabbia. Castro alta e il suo Castello, le mura a difendere dalle incursioni nemiche negli anni in cui la terra era meta e il mare si infestava di navi di conquistatori. Piccola fortezza su un’alta scogliera nel Salento pianeggiante, restano torrioni e mura non inglobate nelle moderne costruzioni.

Nel piccolo porto barche aspettano turisti per un’escursione tra la costa per scoprire le grotte, Zinzulusa e Romanelli, ed altri piccoli anfratti.  Suggestioni di settembre, quando le masse non danzano musica inascoltabile con in mano un vino mediocre in un calice banale.

In mare alcune boe segnalano la presenza di allevamenti di molluschi, qui in questa città dove il pesce va direttamente in tavola passando dalla friggitrice. Ed ecco l’odore di pesce fritto percorrere le strade tra un locale ed un altro, in questo luogo meta la sera di infinite passeggiate. La giostra gira con i suoi cavallini in attesa dei bambini.

Castro, approdo di Enea, sull’alto colle un tempo il tempio di Minerva? Gli archeologi riportano alla luce statue imponenti, pochi anni fa un busto di donna, ed altri dettagli, di una scultura alta quattro metri. Qui a Castro, luogo di conquista,  chi passa lascia un segno, fosse anche il sospiro sofferto sotto il cielo grigio-sabbia di favonio. Un tuffo in acqua, rigenerante.

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