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Erba del diavolo, seducente e pericolosa

Erba del diavolo, seducente e pericolosa

Non è raro trovarlo nascosto da un muretto a secco, sul bordo di una complanare che costeggia il mare, in un vecchio giardino abbandonato.

Può capitare di osservarlo avanzare nel proprio giardino, il fusto eretto con tante ramificazioni e le grandi foglie picciolate con margine frastagliato di un verde scuro, unico, intenso, seducente.

I fiori amano la solitudine, non se ne trovano due crescere accanto, si sviluppano nelle ascelle dei rami, ermafroditi hanno un calice di forma allungata e una corolla bianca. Bellissimi i fiori da osservare nella loro solitaria bellezza al calar della sera, perché il giorno loro restano chiusi e non si fanno scaldare dal sole di luglio, agosto e settembre. Al tramonto sfoderano il loro fascino e attirano le farfalle notturne grazie all’intenso odore.

Ciò che però colpisce l’osservatore non sono i fiori ma i frutti, noci spinose, anche queste di un verde seducente. Inquietano a tratti quelle spine che hanno una ragione ben precisa per la loro presenza, proteggono i semi neri che vi crescono all’interno.

Ha fascino la pianta che si allunga e si allarga finché può, finché ha spazio. Bella sì ma pericolosa, perché lo Stramonio comune è una pianta velenosa.

Di Datura stramonium sono velenose tutte le parti e soprattutto i semi. Per l’altissimo contenuto di alcaloidi tropanici, come atropina e per l’uso improprio che se ne faceva in passato, ma in alcuni casi anche oggi, è nota anche come erba del diavolo o erba delle streghe. Ricercata per gli effetti allucinogeni poteva capitare di restarci secchi, perché si sa col diavolo non si scherza.

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