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Sognare aria di burrasca nell’afa del giorno

Sognare aria di burrasca nell’afa del giorno

Svegliarsi all’improvviso con il corpo bagnato, scoprire che nessun tubo dell’acqua di casa si è rotto e pensare che è semplicemente il caldo.

Quel caldo torrido che neanche di notte smette di stringere in una morsa le città con i palazzi dai vetri blindati e i condizionatori accesi al massimo per compensare con un esterno di afa di smog di traffico di mezzi con motori roventi sotto sforzo per mantenere al massimo prestazioni refrigeranti.

Quel caldo che è piacevole per un paio di giorni quando il mare è finalmente realizzazione di un desiderio lungo un anno lavorativo, ma che quando insiste nel trattenersi anche oltre una settimana inizia ad infastidire, a tormentare, a sognare poli ghiacciati o l’inverno.

Non è tempo di stare a pensare a quanto sia profondo un mare, a quanto poco ossigeno ci sia sulla cima dell’Everest, è tempo di sopravvivere soprattutto se il tuo impianto di refrigerazione ti ha salutato con un laconico “ronf” come un addio. E sai che il tecnico non arriverà se non quando sarà autunno. Nel freezer sacchi di cubetti di ghiaccio, acqua ghiacciata, acqua termale, serrande chiuse, che il caldo non entri, resti fuori mentre le pareti sono così calde che potresti riscaldare una piadina, no, meglio bere succhi. Abbigliamento in cotone leggero laddove occorra. E poi il classico ventaglio.

Le cicale cantano nel pomeriggio, le spighe dorate attendono il tramonto, luce che si attenua, aspettando il vento che soffi con voce minacciosa aria di burrasca. Aprire gli occhi è interrompere un sogno speranza di freschezza.

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