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Maria Corti e il suo legame con la Puglia

Maria Corti e il suo legame con la Puglia

Vinse il concorso universitario nel 1962 e poteva scegliere di restare a Roma o andare a Lecce. Scelse la seconda su consiglio del suo maestro.

“Vada a Lecce è più elegante” le suggerì Gianfranco Contini, e lei Maria Corti nel capoluogo salentino ci restò due anni. Lei che da bambina aveva vissuto ad Otranto e lì aveva fatto le elementari seguendo il padre ingegnere chiamato a demolire navi tedesche alla fine del  conflitto mondiale. Proseguì gli studi nel collegio delle Marcelline a Milano e il Salento era la meta estiva, la libertà. All’università degli studi di Milano conseguì la laurea in Lettere e poi in Filosofia ed iniziò a lavorare come insegnante nelle scuole medie e di questo periodo scrive nel suo primo romanzo Il treno della pazienza pubblicato tardi e rivisto nel 1991 con il titolo Cantare nel buio.

Nel suo approdo a Lecce da docente di storia della lingua italiana all’università del Salento Maria Corti frequentò Oreste Macrì e l’Accademia Salentina di Girolamo Comi dove conobbe Vittorio Pagano e Rina Durante e tanti intellettuali del tempo che Macrì e Comi ospitavano. E grazie a Maria Corti che Einaudi ha pubblicato le poesia del magliese Salvatore Toma. Nel 1962 pubblica L’ora di tutti in cui racconta la presa di Otranto da parte dei Turchi. “Pensai che erano sbagliate le letture che si davano sul 1480, la faccenda dell’estasi collettiva. Se eccidio c’era stato era perché la gente di laggiù è volitiva, legata alla propria terra. Così creai la figura di Idrusa, che viene da un termine greco e sta ad indicare il cavallo bagnato che scalpita. Sentivo il desiderio di parlare di quel luogo che mi aveva affascinato. Fu il mio primo libro edito”, dirà Maria Corti in una intervista di Raffaele Nigro.

Un rapporto quello tra la Puglia e la Corti che lei conserverà sino alla sua morte.

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