Visioni d'insieme

Tu, piccolo infinito, Pablo Neruda

Tu, piccolo infinito, Pablo Neruda

Poesie che parlano d’amore, da declamare, dedicare, copiare ed inviare a chi si ama, da leggere nel silenzio della propria esistenza, versi.

Ritrovare un palpito del cuore, un brivido sottile nel constatare come le parole possano esprimere i pensieri di ciascuno. Tu, piccolo infinito Poesie per giovani innamorati, di Pablo Neruda, Salani Editore, a cura di Donatella Ziliotto con un pensiero di Daniele Silvestri, illustrazione di Olimpia Zagnoli, è il manuale da consultare in caso di difficoltà, quando non affiorano sulle labbra parole e si resta muti.

Nuda sei semplice come una delle tue mani,/ liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,/ hai linee di luna, cammini di mela,/ nuda sei sottile come il grano nudo./ Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,/ hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,/ nuda sei enorme e gialla/ come l’estate in una chiesa d’oro./ Nuda sei piccola come una delle tue unghie,/ curva, sottile, rosea finché nasce il giorno/ e t’addentri nel sotterraneo del mondo/ come in una lunga galleria di vestiti e di lavori; la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia/ e di nuovo torna a essere una mano nuda”.

Ricardo Eliécer Neftali Reyes Basoalto, Pablo Neruda, Nobel per la letteratura nel 1971, sapeva giocare con le parole, formarne catene, esprimere impegno civile e politico. Sulla causa della sua morte ci si interroga ancoga, un cancro alla prostata o una micidiale tossina? Il poeta cileno sapeva sondare i sentimenti e trasformarli in liriche eterne.

Per il mio cuore basta il tuo petto,/ per la tua libertà bastano le mie ali./ Dalla mia bocca arriverà fino al cielo, / ciò ch’era addormentato sulla tua anima./ In te è l’illusione di ogni giorno./ Giungi come la rugiada alle corolle./ Scavi l’orizzonte con la tua assenza./ Eternamente in fuga come l’onda./ Ho detto che cantavi nel vento/ come i pini e come gli alberi di nave./ Com’essi sei alta e taciturna./ E ti rattristi d’improvviso, come un viaggio./ Accogliente come una vecchia strada./ Ti popolano echi e voci nostalgiche./ Mi son svegliato e a volte emigrano e fuggono/ uccelli che dormivano nella tua anima”.

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