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Viaggio lungo 10 tappe del Festival Itinerante de La Notte della Taranta

Viaggio lungo 10 tappe del Festival Itinerante de La Notte della Taranta

Da Galatone ad Alessano, da Scazzacatarante a I Calanti

Piccolo manuale per tutti coloro che vorranno partecipare ad una tappa del Festival de La Notte Della Taranta. La Taranta non è un genere musicale, la Taranta non è un tipo di ballo. La Taranta è ciò che vorrete che sia, il ragno che vi morde o il malessere che avete dentro e che se si chiama ‘malinconia, è bene tirare fuori’. La Notte della Taranta è una invenzione del 1997, un modo per fare una grande Ronda che contaminasse più persone possibili. Il luogo fu suggerito, Melpignano. La prima edizione 1998 fu diretta da Daniele Sepe che si scontrò con uno dei massimi esperti della materia, noooo non della Taranta, ma delle tradizioni e cultura popolare salentina, Daniele Durante. 

Se qualcuno poi dovesse sentir dire che le canzoni salentine sono anche piccanti, beh è vero, un piccante elegante nella maggior parte dei casi, ma fate attenzione la canzone Fimmene Fimmene nella prima strofa ‘Fimmene Fimmene ca sciati alla tabacco, ne sciati doi e ne turnati quattro” non significa che le donne in questione siano di facili costumi. Le interpretazioni sono due, la prima che le le donne vanno in due in posizione retta e tornano dopo una estenuante giornata di lavoro piegate in quattro. La seconda, più accreditata, che subiscano violenza dai signori datori di lavoro. A voi l’approfondimento con l’unica certezza che no,  non erano consenzienti. 

Altro avvertimento, non crediate nella puntualità del programma che può subire ritardi ben oltre il quarto d’ora accademico. Importantissimo: tutti i protagonisti dei concerti diranno che sono la massima espressione della tradizione popolare, capirete che c’è una contraddizione nei termini, più di 40 gruppi tutti il top? Poi sentirete ho cantato con questo, ho incontrato quello, ‘porca malota’ nessuno che dica sì ma grazie al concertone, ho incontrato tal dei tali nella mia attività di componente dell’orchestra popolare, difficile ammettere che senza il movimento culturale che la Notte della Taranta è stata,  è e sarà, starebbero tutti in altre faccende affaccendati. 

Mi sono alzata con il piede storto stamattina.  Ahhh altra precisazione,  la canzone ‘Ela elamu  conda’, presente anche nel cd dell’orchestra popolare, era ben nota già da prima del 2015 visto che è un canto grecanico calabrese.

Che altro dirvi? Ho seguito per voi 12 tappe del Festival, dal 3 al 13 agosto. Della prima a Corigliano ho detto tutto. Delle altre c’è sicuramente da segnalare il gruppo Scazzacatarante, giovani promettenti musicisti di Galatina, che si sono esibiti a Galatone dopo una non felice prestazione di Enza Pagliara e Banda Quarta di Monteroni, dove il sound è risultato cupo. Bene ha fatto chi ha suggerito quel giovane gruppo al direttore artistico del Festival Luigi Chiriatti. Un tocco di classe la presenza di Shadi Fathi e Tosca nel progetto speciale Amartìa di Ninfa Giannuzzi. 

A Nardò solito concerto del CGS e Aia Noa, prestazione top per Filippo Gambetta Trio, apprezzabile la lectio magistralis di Vittorio Sgarbi dopo una prima parte di inutile volgarità. Mandatari e Kardiamundi non hanno deluso le aspettative del pubblico di Sogliano Cavour. Travolgenti gli Alla Bua e Orchestra Terra del Sole, ricercata l’esibizione de La Vestesene. Ad Acaya Gabriella Genisi autrice di Pizzicamara è sembrata soffrire dell’analisi precisa ed accademica del professore Maurizio Agamennone. Ottimo il clima tra i componenti di Accademia Folk che però propongono un repertorio troppo simile negli arrangiamenti a quelli dell’Orchestra Popolare. Strabiliante la prestazione di Mimmo Epifani a Cursi come quella di Sette Bocche a Calimera con una piazza rapita dal carisma dell’ensemble di Antonio Amato. Per appassionati le performance  di Otello Profazio, Alessandro D‘Alessandro e Canio Loguercio. Non deludono le aspettative Li Strittuli e l’Orchestra Popolare del Saltarello. Delude invece il film in anteprima nazionale ‘A Sud della Musica, la voce libera di Giovanna Marini’, dove a salvarsi è la Marini dal difetto atavico del Salento: l’esaltazione dell’io. Io, io, mai noi e la terza persona ‘lei’ è solo nell’intervento di Massimo Melillo che esclude se stesso, come è giusto che sia, nel riportare il ricordo di Rina Durante. Chapeau all’esperto di cultura per anni per il Nuovo Quotidiano di Puglia venuto da Roma. Ed è qui la differenza, tutta qui, ‘culturalmente geografica’, “è emblematico” il Salento culo del mondo dove le polemiche culturali si avvitano sul deretano di Belen.

Livello alto, musicalmente, per Unavantaluna dalla Sicilia che hanno deliziato il pubblico di Cutrofiano prima della scatenata pizzica dell’Orchestra de La Notte della Taranta impreziosita dalle coinvolgenti coreografie dei componenti del corpo di ballo. Musica familiare di tradizione per I Calanti, della famiglia Colitti di Ugento, e danza di giovani spose, Annamaria,  che fanno sobbalzare la piazza di Alessano prima de Officina Zoè.

Finora però vera regina del Festival è la danza e la geniale  intuizione della Pizzica in Scena. Ad Alessano sono stati Mihaela Coluccia, Serena Pellegrino, Lucia Scarabino, Stefano Campagna, Andrea Caracuta, Fabrizio Nigro e Alfredo Pepe del corpo di ballo de La Notte della Taranta e i due accademici Laura Massetti e Nicola Simonetti a dar vita a coreografie  passionali, dove il desiderio e la seduzione di corpi che si sfiorano senza toccarsi si accordano al ritmo della pizzica e del cuore.

Il consiglio: dovreste seguire tutto il festival per capire che l’unico legame di questa terra è la musicalità del ritmo del tamburello.

Mi preparo per le prossime 8 tappe e per Piccola Ronda il 15 a Torrepaduli.

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