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15 novembre

15 novembre

Oggi compio 18 anni o forse sarebbe meglio dire festeggio i miei 18 anni o meglio ancora sono 18 anni dall'incontro con "il mio tesoro".

Ricordo perfettamente quel momento perché fu inaspettato e abbastanza strappalacrime. 

Ricordo quella sensazione di smarrimento ma soprattutto di incomprensioni reciproche. 

Tutto avrei immaginato fuorché dover prendere repentinamente tutta una serie di decisioni, alcune veramente difficili.

In realtà avrei preferito ignorarti, far finta di non averti mai incontrato e riprendere la mia vita senza te. 

Diverse volte mi sono svegliata con la speranza che tutto fosse un brutto sogno.

Il tempo ha cambiato la sua essenza principale.

Non è stato possibile decidere con calma la nostra co-esistenza (bellissimo questo termine ma, decisamente, in altri contesti); ho appreso tutto e subito, non ho condiviso, perché avevo la mente offuscata dalla tua presenza: mi sono semplicemente adeguata.

Io e te stavamo insieme già da un bel po’, ma in maniera subdola e meschina: tu ti eri nascosto e hai spiato la mia vita, già messa a dura prova da una moltitudine di eventi imbarazzanti. Non mi serviva proprio una relazione tanto tossica che avrebbe potuto portarmi in una brutta direzione. 

Ed ecco che ad un certo punto hai deciso di metterti in evidenza e di diventare una star, metterti al centro del "mio" palcoscenico e dirigere il traffico, anzi oserei dire, il casino che hai scatenato. 

Sono scappata via, di corsa ed in un attimo ero a novecento chilometri di distanza. 

Lì ho veramente capito che dovevamo lasciarci e per sempre, possibilmente. 

Indossando giubbottino e maglietta di cotone, con atteggiamento spavaldo e di sfida, scopro che, a fine ottobre, lì c'erano 2 gradi. Un gelo.

Le persone che mi hanno accolto, però, immediatamente, mi hanno riscaldata nel corpo e nel cuore. 

Mi sono fidata ed affidata; insieme abbiamo pianificato questo "evento" e ci siamo dati appuntamento alla settimana successiva.

Nel frattempo, tornata qui, ho iniziato uno shopping mirato a "colorarmi", dalla testa ai piedi: tu dovevi capire che non saresti riuscito mai e poi mai ad incupirmi. 

Occhiali da lettura rossi tempestati di strass, mutandine e canotte piene di fiorellini e cuoricini, t-shirt con frasi e disegni benauguranti, golfini eleganti dai colori più belli e libri meravigliosi che mi facessero distrarre e vivere le vite degli altri, perché la mia in quel momento non mi piaceva. 

Le notti, insonni, trascorse a pensare che in breve tempo io e te non avremmo avuto più nulla a che fare l'uno con l'altra. Un'attesa infinita.

Il tempo sembrava immobile.

Ecco il gran giorno è finalmente arrivato: 15 novembre.  

La fine, l'inizio o semplicemente una tregua?

Non so nemmeno io quanto ci ho messo a capire che il mio tumore tutto ciò che mi aveva tolto nell'immediato, me lo ha restituito pian piano sotto un'altra forma. 

Mi ha impreziosita perché mi ha dato delle opportunità che forse, prima, non avrei saputo cogliere. 

Mi ha donato la capacità di apprezzare.

Mi ha permesso di guardare con occhi, che sono riusciti, infine, anche con le lacrime ad esprimere gioia. 

Mi ha guidato nella scelta di coloro che avrei voluto al mio fianco.

Ha moltiplicato all'ennesima potenza i miei gesti di riconoscenza e ridotto anche, un pochino la mia irascibilità.

Mi ha ri-messa al mondo e ri-collocata lì dove è giusto che io sia. 

Mi ha regalato e mi regala, ancora, sorprese piacevoli e felici legate alle persone che incontro.

Mi fa immedesimare in stati d'animo incomprensibili. 

Mi fa gioire per le semplici cose.

Mi ha insegnato la resilienza; quanto mi è stata utile nell'affrontare l'ennesimo scoglio che mi ha coinvolta indirettamente e devastata.

Mi ha trasmesso una certezza: che se mai dovesse tornare ancora, "presumo" che saprei affrontarlo a testa alta.

Ho letto, recentemente   da qualche parte che una suora aveva dato questo nome al suo tumore: il mio tesoro. 

Ho riflettuto e ripercorso 18 lunghi anni, riavvolgendo la pellicola: un groviglio di strade, arterie che si incrociano all'infinito.

Quelle strade sono le vite fatte di sguardi, abbracci e parole che ho avuto la fortuna ed il privilegio di camminare. 

Itinerari che mi hanno fatto ammirare, sebbene col cuore gonfio di paure ed ansie, paesaggi dalla bellezza accecante.

Anche tuttora non mi stanco di farmi coinvolgere da ciò che può diffondere bellezza e armonia. 

Armonia: una parola alla quale dare significato diverso a seconda dell'istante, del luogo, delle persone, non un'utopia ma una realtà da praticare continuamente.

E non mi stanco di essere riconoscente perché niente è scontato, niente é automatico, assolutamente nulla ci è dovuto. 

E sono grata perché in un pomeriggio mentre mi recavo nel luogo dove dimentico tutto e dove avviene, automaticamente, la ricarica della mia energia, a squarciare un cielo plumbeo appaiono ben due arcobaleni, così immensi e così vicini che con l'immaginazione li ho toccati e poi ancora un incontro speciale, con una persona che, con un filo di voce, mi ha insegnato che il "rinnovamento è un talismano che cura l'anima".

Quanti altri incontri così ha conservato per me il "mio tesoro"?

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