Oltre l’ombra, nulla

“E io vi mostrerò qualcosa di diverso dall'ombra vostra che al mattino vi segue a lunghi passi, 

o dall'ombra vostra che a sera incontro a voi si leva; in una manciata di polvere vi mostrerò la paura”.

La paura di non riuscire ad essere, la paura di non saper essere sconveniente, l’abitudine diffusa di rintanarsi nell’utilizzo funzionale di persone, cose, luoghi, avvenimenti per opportunità.

Usare: fare funzionare un oggetto piegandolo agli scopi per i quali è stato costruito. Questo è tutto ciò che elabori.

Incapace di rifuggire da questo schema, incapace di volare libera nell’immensità del cielo le resta morire come un canarino liberato dalla gabbia, troppe scelte, troppa libertà, spazio, aria. Troppo tutto.

Vive confinata nella rassicurante vista della sua ombra, sceglie di non andare oltre, perché dal principio si è auto-limitata e ora non esiste scelta, il sistema va in tilt, piccole correzioni in corso d’opera, il massimo a cui sa ambire. Non ha il coraggio di camminare, di scegliere una direzione, di muoversi liberamente, di essere in mezzo agli altri. Gli altri, pur non esistendo in quanto portatori di anima, cuore, mente e corpo, sono funzionali ad un piano ben preciso. Servono. Non è capace di sentirli, vederli, amarli. Servono. Servono a qualcosa che non ha il coraggio di definire, men che meno dire. Non ha voce, ha piccoli impercettibili spostamenti di direzione che non osa pronunciare.

Piccola, quasi meschina, se solo fosse costretta a pensare, vedrebbe se stessa e il vuoto tutto intorno.