Ritornerai in una sera d’estate, al tramonto, quando la luce è arancione come te.
Ritornerai con il vento che sa di salsedine e il sole che riscalda la pelle.
Tornerai come un bolero, “Ritornerai, lo so ritornerai” e tutto sarà più bello e luminoso.
Ora tu non lo sai ancora, temi non sia così, temi di perderti in un cielo di cemento e una luce a neon e invece ritornerai e sarai più bella di prima. No, non è una frase fatta. Quando raggiungi un campo di fiori, i più bei fiori di primavera, quella bellezza ora non riesci ad apprezzarla, non ha colore, non ha sapore, non ha odore, non è nulla per te. Ma non significa che non ci sia. Come onda ti fai trasportare, ora in tempesta ti infrangi sugli scogli gettando in pasto a ogni malcapitato la tua ira, ora calma e placida risplendi nel cielo e sei infinito.
In questa sera d’estate, quella sottile esuberante linea arancione tra l’azzurro di cielo e mare, quella striscia sottile all’orizzonte sei tu. Ritornerai, lo so, ritornerai. Non si ferma il mare, né l’aria, né il cielo. Ritornerai quando in quel fiore rivedrai la bellezza e allora tutto sarà passato e splenderai su un cielo che parla di te.
Parla dei sogni che custodisci, dell’anima che ogni giorno coltivi e nutri, delle radici che si intrecciano e si sostentano a vicenda. Delle risate che ti attendono in estate. Dei tuffi in mare, della musica da cantare. Su quel cielo si rifletteranno i fiori che crescono in te. Su quel cielo che è un pullulare di stelle, tu sei l’arancione che esplode di gioia tra il giallo e il viola.