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Una maglia tutta rosa da indossare

Una maglia tutta rosa da indossare

Calzini bordeaux, pantaloni a quadretti, adesivi colorati sul viso e maglia fucsia con scritto 

“Race for the Cure 25 anni” 

Sono pronta per questa giornata piena d’amore. Mi sono ispirata al fiore di loto, che emerge dal fango e splende.

Non vedo l’ora di arrivare nel Villaggio, incontrerò così tanta gente che mi scoppia il cuore.

Scendo di corsa, arrivo alla fermata del bus sotto casa, incontro un passante che prima mi guarda e poi mi dice: “Oggi vai alla manifestazione?” 

“Certo!” rispondo.

Sono lì piena di adrenalina.

Non vedo l’ora di arrivare all’area rosa, dove mi aspetta la ciambella al cioccolato di Maria, ognuna di loro ha portato qualcosa di buono. Le mie meravigliose “amiche di tetta”

Incontro tanta gente in questa calda giornata di maggio, qualcuno mi guarda, quasi riesco a sentire i loro pensieri.

Sul telefono arrivano tanti messaggi: “Dove sei?”, “Io sono arrivata!”.

Percorro velocemente via Andrea da Bari raggiungo l’angolo di via Piccinni, il vigilante davanti alle transenne mi guarda con sorriso, perché il sorriso è contagioso. 

Supero l’ultimo isolato ed ecco che maestoso si innalza il gonfiabile fucsia con la scritta bianca in corso Vittorio Emanuele.

Un tappeto enorme di gente divisa tra rosa e bianco, ma anche blu e verde si estende per tutta la via. 

Un’esplosione di colori.

La vita.

Arrivo nell’area rosa, la chiamano così perché possono accedere solo le donne in rosa, ovvero le donne che hanno avuto il cancro al seno.

Entro.

Ci sono tutte.

Mi coccolano. 

Anna mi prende il succo alla pera e balla con me una canzone che ha messo il dj.

Ci abbracciamo forte, uno di quegli abbracci che entra forte nell’anima. 

Quanta bellezza in un giorno solo.

10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 … 

E la manifestazione inizia.

Chi gareggia e chi passeggia.

Chi scatta foto e chi ne approfitta per bere un caffè.

Cammino e penso a questi tre giorni, a venerdì quando abbiamo presentato lo spettacolo “ la mia voce “ sul palco del villaggio e alle emozioni che ne sono venute fuori, ai nostri sentimenti e alla nostra anima, al nostro corpo che nonostante tutto ha ballato e le voci, che malgrado i problemi tecnici hanno intonato “Rirollala Rirollala". Un inno alla vita, all’essere qui ed ora.

Sentimenti positivi invadono la mia testa pensando a questi tre giorni di solidarietà, di volontariato e d’amore. 

Sono giunta a casa ed ho chiuso la porta, ho sfilato la maglia e l’ho guardata ed ho pensato a quanto orgoglio provo quando la indosso. 

Nonostante tutto questa maglia racchiude una nuova me e la fortuna che ho avuto nel conoscere tutte queste meravigliose persone.

Al prossimo anno, alla prossima maglia, alla prossima Race for the Cure.

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