Una mattina d'estate ti abbiamo accompagnata per una piccola vacanza, ti abbiamo detto, in una grande "casa", tutt'intorno un bellissimo giardino.
Ti è piaciuta immediatamente. Ai tuoi occhi, di donna tornata bambina, è apparsa meravigliosa.
È diventata, la tua casa.
Tu lì eri felice, ti perdevi nel verde che amavi tanto. Ci dicevi che eri contenta, cantavi e sorridevi sempre. Ci dicevano che era piacevole starti accanto.
La vita ti ha riservato tante cose belle e tante altre molto tristi.
Ma "la vita è questa", ci dicevi. "Bisogna andare avanti, bisogna viverla come viene, e se c'è sofferenza la si porta nel cuore, col sorriso sulle labbra".
Così siamo andate avanti.
All'improvviso, però, nel tuo mondo, in quello che era diventato il tuo mondo, è stato quasi impossibile entrare.
Non parlavi, non rispondevi più, non ti muovevi più.
Un ospite indesiderato si era insinuato, silenziosamente, nella tua testa già in difficoltà, già delicata.
Tutti i giorni, nei pochi minuti che ci erano concessi, ti parlavamo, forse non comprendevi, o forse sì, non lo sapremo mai con certezza.
Ma una cosa restava per entrare in contatto con te, la musica.
La memoria musicale è l'ultima a morire e così, ad ogni nostro incontro, ti facevamo ascoltare le tue canzoni preferite ed ogni tua reazione, seppur piccola, ci rendeva felici.
Poi nemmeno quello. Insistevamo, ti parlavamo, ti accarezzavamo, cercavamo di stringerti in un abbraccio, - in sottofondo le tue canzoni preferite - ma niente.
Un giorno, non so perché, te ne ho fatta ascoltare una nuova. I tuoi occhi chiusi hanno cominciato a muoversi. È stato un momento di gioia pura, mi percepivi, sapevi che ero con te. Ti ho urlato a bassa voce il mio amore.
Ci siamo amate così sin dal primo momento, con discrezione, in silenzio, con gli sguardi, con i fatti, così come ti era stato insegnato.
La tua presenza era costante, ma discreta. Ci sei sempre stata, eri il nostro punto fermo.Tendevi la tua mano e ti donavi.
Eri bella, bella davvero, bella pure dentro.
Ogni giorno abbiamo continuato ad ascoltare insieme "la nostra canzone", ho continuato ad urlarti a bassa voce il mio amore, a cercare di entrare a far parte del tuo mondo, a raccontarti di noi, dei nostri ricordi.
Poi, in una mattina di festa, è arrivata una telefonata, quella che temevamo.
"Mamma non soffre più, ora è serena".
Il nostro dolore è immenso e rimarrà immenso, sempre.
Pur consapevoli del fatto che tu non ci sia più, forse proprio per alleviare questo dolore, vogliamo immaginarti lassù, gioiosa e sorridente, che ci guardi, forse sei con papà.
Insieme ci avete insegnato l'amore, il rispetto e la condivisione, a vivere.
Purtroppo non ci sei più ed è difficile farsene una ragione.
È difficile non vederti, non toccarti, non parlarti...
Ogni giorno, quando sono sola, con le lacrime agli occhi, ascolto la nostra canzone e ti sento, sei con me.