Visioni d'insieme

PhEST, dialogo oltre la fotografia

PhEST, dialogo oltre la fotografia

Se quella volta non avessi preso quel treno, se avessi mangiato più verdure, se non avessi messo nelle mani di qualcun altro la mia vita?

 Se la vita avesse preso un percorso differente, chi sarei stato?

Phillip Toledano fotografo di origine marocchino-francese-americano si è interrogato su quello che poteva essere o sarà la sua vita tra le milioni di combinazioni che potrebbe prendere. Dopo la morte di sua madre si accorge che “il futuro ha acquisito improvvisamente una linea d’orizzonte finita. È diventato spaventoso”. Fa il test del dna e scopre quello che potrebbe essere.

E per ogni se stesso scatta una foto, a memoria di uno dei molteplici Philip. Riempe con tutti i suoi se la chiesa di san Pietro e Paolo a Monopoli, con la mostra Maybe una delle tante del ricco calendario del PhEST, il festival internazionale di fotografia e arte visitabile sino al 1 novembre.

Le immagini non sono belle nel senso tradizionale del termine, possono risultare disturbanti, angoscianti, rimandando la loro funzione non all’estetica ma al messaggio che custodiscono. 

Colate di nero ad assorbire e inglobare ogni colore, ogni tentativo di luce per esorcizzare paure ataviche negli scatti della serie Onore al nero di Mustafa Sabbagh sono in mostra a palazzo Palmieri.

E poi, sempre nelle sale del palazzo settecentesco, i Ritratti reali di Mario Cresci. Dieci trittici realizzati tra il 1967 e il 1972 a Tricarico, dove lo sguardo del fotografo si sofferma sulla vita familiare, in un rimando continuo tra generazioni.

Il PhEST realizzato con la direzione artistica di Giovanni Trailo e la curatela fotografica di Arianna Rinaldo ha una sua connotazione chiara, è incastonato come una gemma nel cuore di Monopoli, cerca con i suoi visitatori un dialogo che sia aperto e non omologato. Accompagna tra i vicoli, i palazzi, le chiese e il mare di Monopoli, chi arriva. Lascia scegliere tra le 16 mostre all’aperto e le 15 al chiuso. E’ un viaggio inteso come scoperta. Basta camminare e osservare, con gli occhi di qualcun altro il mondo, le emozioni, la vita che ci circonda.

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