Visioni d'insieme

Il libro dell’estate, Tove Jansson

Il libro dell’estate, Tove Jansson

Una piccola isola sperduta nell’arcipelago finlandese, la natura che si rigenera ad ogni ciclo, le sorprese che nasconde.

La meraviglia di una vita incontaminata, il rapporto tra una nonna e la nipote con il papà figura taciturna, quasi uno sfondo a tutto quello che accade a loro due.

Il libro dell’estate di Tove Jansson edito da Iperborea e tradotto da Carmen Giorgetti Cima e tutto questo e molto altro ancora.

Sulla seconda di copertina si legge “Su uno sfondo che dell’idillio non ha il sentimentalismo, ma ne ha certamente il fascino, un libro dall'apparenza semplice che riesce a parlare senza enfasi ma anche senza ingenuità, senza eufemismi, con tocco ironico e leggero, della complessità del vivere, delle luci e delle ombre dell'animo umano, della crudele imparzialità della natura” e non poteva essere raccontato meglio.

Tove Jansson disse “Senza un’infanzia felice non avrei mai incominciato a scrivere” e quella felicità si percepisce leggendola, il legame con la natura, la capacità di vivere immaginando e creando mondi meravigliosi.

“Tutto si può trovare se si cerca e se ne ha il tempo, ovvero se si ha la possibilità di cercare; e mentre si cerca si è liberi e si trovano cose che non ci si aspettava affatto di trovare. A volte la gente si comporta in modo prevedibile, e vuole per esempio un gattino a giugno e poi un gatto annegato il primo settembre. E tutto si sistema. Ma a volte succede anche che abbiano un sogno e vogliano qualcosa da conservare” e così arriva lui “Eriksson era un realizzatore di sogni”.

Delicato, incantevole eppure così vero, così autentico. “Lo so che sono presente. Ho dovuto essere presente per tanto di quel tempo, e ho visto e vissuto con tutte le mie forze ed è stato incredibile, te lo dico io: incredibile, ma adesso è come se tutto scivolasse semplicemente via, e non riesco a ricordare e non me ne importa, e invece è proprio adesso che ne avrei bisogno!” dice la nonna, che ama la nipote anche quando non la capisce, alla piccola Sofia.

Il tempo scorre dolce, portando via con sé alcune cose “«Voglio dire», proseguì la nonna, «che le cose man mano rimpiccioliscono e poi ci sfuggono, e che quello che era tanto piacevole non significa più nulla e ci si sente impoveriti. E ingrati, in qualche modo. Si dovrebbe comunque poterne sempre parlare.»”.

Un libro lieve e forte come la tempesta tutta per sé invocata da Sofia.

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