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Torremaggiore, il passato che resiste

Torremaggiore, il passato che resiste

Nella Daunia, confinante con il Molise, sorprende il visitatore con le sue strade, pietre e architetture che parlano di storia e di storie.

Sul livello del mare 169 metri, il cielo terso, le luci che illuminano le vie del centro storico, ad ogni angolo una scoperta, qui un arco, poi una chiesa, un muro particolare, un angolo da fotografare. Nella patria dell’oliva Peranzana, il passato dialoga con il presente in continui rimandi, in interlocuzioni fatte di costruzioni. La storia affidata ai monumenti e alla biblioteca comunale Michele De Angelis. La biblioteca “istituita con atto del 1929 di accettazione della donazione del colonnello De Angelis, avvocato, scrittore, poeta” che nel suo testamento lasciò 3000 volumi. Oggi la biblioteca conta 70.000 volumi grazie a donazioni e a fondi pubblici.

Torremaggiore in provincia di Foggia dove l’imperatore Federico II di Svevia, morente, dettò il suo testamento universale. Distrutta da due terremoti, nel 1627 e nel 1688, conserva il castello merlato a torri cilindriche angolari, fatto realizzare da Paolo del Sangro. Di epoca più recente la chiesa Maria Santissima della Fontana.

Tra le strade, le piazze, i negozi, Torremaggiore resiste alla nebbia che in alcune serate l’avvolge con la sua inconsistenza, si proietta nel futuro come una torre alla quale guardare per cercare certezze. Nella provincia foggiana  con uno sguardo attento alle campagne tra oliveti e vigneti sorride il castello merlato lui che conosce la fatica di resistere e rimanere in piedi.  

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