
www.pressinbag.it è una testata giornalistica iscritta al n. 10/2021 del Registro della Stampa del Tribunale di Bari del 10/05/2021.
La sabbia sottile sotto i piedi, l’ingresso in acqua è avanzare lentamente nell’assoluta trasparenza osservando i pesci.
È ottobre, il tempo sta per cambiare, un ultimo bagno prima che arrivi il diluvio, prima che si affacci, indesiderato l’autunno. Santa Maria al Bagno, una delle marine di Nardò, piccola insenatura sabbiosa tra le rocce basse, più a nord Santa Caterina e a sud le Quattro Colonne, le auto scorrono sulla strada, i guidatori abituali immuni alla bellezza dei luoghi non si accorgono del turista affascinato, quasi rapito dalla luce mattutina. I cavalieri teutonici sono ricordi lontani, dei passaggi e della storia e dei saccheggi resta Carlo V e la sua visione, le ville in pineta segno di una ritrovata allegria economica. Lui, il turista guarda acqua e cielo, azzurri e verdi che giocano a rincorrersi come le nuvole che non minacciano pioggia imminente ma segnalano ancora che tutto è mutevole, che può ancora sopraggiungere un temporale.
Sul fondo del mare a pochi metri dalla battigia, una foglia di fico aspetta che qualcuno la riporti all’aria, lei che non è ancora foglia morta conosce il senso di un’altra vita. Il turista la osserva, la solleva, la fa emergere dalle acque e poi la lascia tra le altre accanto al fico cresciuto con disinvoltura tra le rocce, esposto alle carezze delle onde nei giorni in cui il mare diventa da placido e tranquillo, scuro e minaccioso.
Santa Maria al Bagno, un tratto di costa da scoprire percorrendo la litoranea sullo Ionio in provincia di Lecce, a sud di Porto Selvaggio, dimenticando le strade impercorribili della storia e seminando fichi sulle colline tra i pini. Fermarsi e restare a guardare.
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