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Carissimo, vorrei raccontarti dei fiori di campo che sono spuntati nel prato, hanno colori incredibili e anche l’erba ha un verde strabiliante.
Ti sarebbe piaciuto correrci a perdifiato. Sulla busta di questa lettera non è possibile indicare il destinatario né la destinazione. Dovrebbe viaggiare nel tempo, se solo fosse possibile. Ci vorrebbe una certa dose di coraggio, di grazia e di leggerezza per scriverla e inviarla a chissà chi, chissà dove. Magari in un piccolo ufficio postale in disuso da qualche decennio.
In Giappone, nella città di Mitoyo, nella prefettura di Kagawa sull’isola di Awashima, nel Mare di Seto. Eccolo l’approdo e gli infiniti destinatari persi nel tempo. Saya Kubota, artista giapponese definisce i contorni di questa missione, realizzare l’incontro. Dà vita al Missing Post Office, cento cassette in legno sospese al soffitto da corde di pianoforte che suonano oscillando. La musica è quella dei ricordi, delle emozioni, della nostalgia, del sogno. Chiunque può inviare una lettera e chiunque può leggerle. Se il destino dovesse fare incontrare l’autore con il destinatario, la lettere lascerebbe il suo rifugio per arrivare finalmente a casa. Il missing post office è diventato un corto metraggio, nove minuti nei quali Clèment Lefer, regista francese narra la poesia e l’incanto di un luogo fuori dal tempo e dallo spazio.
Un luogo approdo di infinite promesse, ricordi e domande nato come un piccolo ufficio postale diventato la risposta a tutti quei cuori che non vogliono smettere di battere.

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