Visioni d'insieme

La ragazza che voleva un gatto ma non poteva averlo

La ragazza che voleva un gatto ma non poteva averlo

Per vederla sorridere bastava farle incontrare un gatto. Un piccolo pelosetto anche malmesso le illuminava  subito il viso. Gioia pura.

Una passione per gli animali, la sua, nata da bambina quando dal balcone del quarto piano osservava i gatti muoversi nel cortile condominiale e fin da allora avrebbe voluto scendere, afferrarne uno delicatamente, stringerlo al petto e portarlo su, in casa, al caldo, al sicuro, lontano dai pericoli e dalle auto che sfrecciavano sulla strada.

Aveva insistito per anni perché il suo sogno si realizzasse, un animaletto del quale prendersi cura. Due cavie e due tartarughe le uniche concessioni in 18 anni di vita. Poi solo richieste finite nel vuoto.

Ogni volta che incontrava un animale randagio per strada, cane o gatto, lei si avvicinava con cura, dava cibo e acqua, l’immancabile telefonata a casa con la solita richiesta di donare un tetto sicuro e la solita risposta, un no categorico. Ora che diciottenne aveva incontrato un ragazzo dolce e affettuoso e amante dei gatti, ne ospitava uno in casa, poteva finalmente coccolare un micino per ore. Il suo desiderio era quasi realtà.

In una mattina di luglio, il vento di maestrale piegava cespugli di erba incolta e appassita dal sole, vide un ombra muoversi timida per poi palesarsi dinanzi a lei sull’asfalto bollente: un gatto nero e bianco, gli occhi vispi, il pelo pulito. Non aveva un collare e restava lì immobile a guardarla, lei donò a quel gatto misterioso una busta di cibo, ne aveva sempre una scorta per gli incontri casuali, e lui mangiò tranquillo e si lascio accarezzare. Solita telefonata, solita risposta. Lei andò via promettendo al gatto che si sarebbero rivisti il giorno dopo. La mattina seguente uno strano rumore alla porta di ingresso attirò la su attenzione, era un leggero graffiare, aprì e lui il gatto bianco nero era lì. Lo fece entrare. Finalmente aveva un gatto, maschio, a cui mise un nome strano: Divino. A lui quel nome sembrava piacere molto. Le fusa furono la nuova colonna sonora della vita della ragazza che voleva un gatto.

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