Basta cercare con sguardo diverso. Lo scaffale nelle librerie dedicato alla poesia propone quasi sempre i soliti titoli. Nei luoghi magici
e solitari, confidenziali, nelle librerie indipendenti può capitare di incontrare dei piccoli volumi dove i versi scorrono via lasciando nel lettore traccia di emozioni contrastanti. La poesia reale si manifesta con la sua musicalità, riempie spazi vuoti di emozioni, desta nuovi sentimenti.
Al centro dei rovesci di Simona Cerri Spinelli, edito da Interno Poesia, è un arcobaleno di sensazioni dopo un nubifragio. È struggimento per il cuore. “Verrà tanta dolcezza domani./ Glielo diceva tra le braccia/ senza parlare/ le mani strette alle spalle di lei,/ con gli occhi fissi e scuri./ Forse piansero entrambi/ quando tornarono soli/ alla soglia di casa”.
La poetessa nella nota finale scrive “… chi non osa bagnarsi, chi vuole solo vestiti asciutti, che vive a fare?”. Vivere, amare, lottare, andare via per primi lasciando cosa?
“I treni continuano a muggire/ e ieri passammo inermi tra i vagoni/ con i grumi di fiato ancora caldi./ Pensarti mi fa inciampare sul pietrisco./ Ora devo stare sola/ come quando si è deboli per un male/ o una notizia improvvisa”.
Scorre il tempo, le parole non restano mute se non nei silenzi. Si susseguono le stagioni e in Primo giorno di autunno “La notte è un vuoto che viene/ dalla tua mancanza. Veglio fino a tardi/ a correggere le parole/ e neanche questo mi dà fiducia,/ perché le parole vanno bene così./ Allora mi scende un pianto/ che la poesia non sa dire”.
La poesia arriva, ti prende, ti possiede.