Stella d’Oriente, la voce, la forza, la dolcezza, il canto che travalicava ogni confine, geografico e umano.
“Avrei potuto dirti che era la mia gioventù, tanto tempo fa, parlartene come di un amore violento ma superato, uno di quegli amori che si possono finalmente guardare con occhi da nonno. Ma arde come il primo giorno, sempre così nuovo, cosa ci posso fare” dice Rami ricordando il sogno a occhi aperti che ha vissuto per più di cinquant’anni.
Sélim Nassib, giornalista e scrittore nato a Beirut in una famiglia ebraica di origine siriana, scrittore tra le altre cose de L’amante palestinese scrisse Ti ho amata per la tua voce nel 1997, oggi quel libro che parla di amore, della voce infinita di Kalthum e di 50 anni di storia del mondo arabo, ritorna edito da Edizioni E/O, con la traduzione di Barbara Ferri.
Quanto Umm Kalthum abbia incantato il mondo con il suo canto lo si capisce dalle parole di Maria Callas che sentendola cantare, disse “Una voce incomparabile”.
“Nell’oscurità, i versi mi ubriacavano. Talvolta, inciampavano in un’asperità. Mi rialzavo e ricominciavo. Eppure, non trovavo pace. Qualcosa continuava a sfuggirmi” dice rapito Rami.
Il canto si faceva sublime “l’obiettivo era un’astrazione, l’intuizione di una possibile perfezione”.
Nassib narra l’amore impossibile ed eterno del poeta egiziano Ahmad Rami e di Umm Kalthum, la voce che riunì il popolo arabo. Scrisse per lei 137 dei 383 brani che lei cantò davanti al mondo intero. La vita romanzata della cantante e del poeta, l’amore non corrisposto, l’affinità tra i due che durò per tutta la vita sullo sfondo di un mondo in evoluzione “la gente si lasciò invadere da un’ondata di speranza, la leggerezza di un inizio, la voglia di credere che le stagioni cambiano e l’amore può ancora venire”.