Visioni d'insieme

La poesia dal Kossovo

La poesia dal Kossovo

La nostalgia, il sogno, il desiderio, la libertà, la patria, un senso di esistenza, la perdita della poesia consumata da un tarlo, il tempo.

Ali Podrimja, Azem Shkeli, Agim Vinca, Brahim Avdyli, Diamant Abrashi, Din Mermeti, Milazim Krasniqi, Mustafa Xhemaili, Shefqet Dibrani e Syle Mujaj, i loro versi a comporre Poesia dal Kossovo, a cura di Daniele Giancane, Besa editore.

Per tutta la vita mi ha seguito/ per le strade del pensiero del domani,/ macinando le parole/ macinando i sogni,/ qualcuno ha preparato i lieviti dei giorni/ qualcuno li cuocerà - / il domani dovrà essere cotto come il pane!/ Il pane delle parole ha voluto un mare di lacrime - / le Parole degli Uomini si sono fatte Mare…/ Ora non c’è nulla di cui parlare/ bisogna rompere, distruggere,/ scaricare dalle spalle delle onde - / il peso di una vita che non si sopporta!”, scrive Brahim Avdyli.

L’amaro destino, la sofferenza di un popolo, la voce del Kossovo si affaccia nei versi musicali di Ali Podrimja. “Quando muoio/ Seppellitemi dove volete/ Nel seno di una sorgente/ o sotto l’ascella di una montagna/ Solo dove si parla Albanese/ Per parlare con gli dei/ anche da morto/ tutto il tempo morto”.

Hai schiacciato il germoglio/ della radice di sangue./ Hai tagliato le gemme/ della treccia albanese,/ mentre germogliavano/ sulla terra dei dardani./ Non calpestare/ le radici del fiore d’angoscia,/ nel ruscello della genia/ della mia stirpe”, scrive Syle Mujaj.

È il racconto di un popolo, di una tragedia, di chi ha perso la patria è vagato per mare e per terra, eppure emerge la fierezza, l’identità, radici inestirpabili. E il tempo che passa non cambia la storia e la ripropone, ancora, ancora.

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