Visioni d'insieme

Una strana creatura di nome Mary

Una strana creatura di nome Mary

Le strane creature sono donne che non indossano abiti in seta e taffetà e  non desiderano sposarsi poco più che adolescenti.

Ragazzine che cercano pietre e fossili, per alcuni scarti tornati dal mare. Gli ammoniti e le belemniti che resero famosa Lyme Regis, la cittadini in cui una di queste strane creature, Mary Anning, nacque.

Fu la prima paleontologa della storia, la prima persona che ha ritrovato scheletri di ittiosauri e plesiosauri, cambiando per sempre la scienza sino a quel momento troppo rispettosa dei dettami religiosi per credere nella creazione di un essere vivente poi estinto, implicitamente liquidando la questione come uno sbaglio di Dio.

Mary non si perde in queste elucubrazioni, per lei esistono solo i fossili che il padre, Richard, le ha insegnato a cercare. Non hanno un nome sin quando non diventa amica di Elizabeth Philpot, di estrazione sociale più elevata ma amante come lei di fossili. Il resto è storia, una storia vera raccontata con grazia e leggerezza da Tracy Chevalier nel suo Strane creature edito da Neri Pozza e tradotto da Massimo Ortelio.

“Questo romanzo è in larga misura frutto della mia fantasia, ma molti dei suoi personaggi sono realmente esistiti” scrive Chevalier nel suo poscritto ricordando che Mary Anning ha vissuto la sua vita “giorno dopo giorno, anno dopo anno, facendo sempre le stesse cose negli stessi posti”. Nel mezzo una serie di eventi romanzati, lasciando al lettore la possibilità di decidere se siano o meno accaduti.

“É questo che vado cercando ogni giorno: il fremito della saetta, la mia differenza” dice la paleontologa tracciando una linea di demarcazione tra chi vorremmo essere e chi e cosa la società ci chiede di fare. Lei naturalmente è stata al di qua della linea, tra i fremiti. 

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