Pane & Acqua

Noce solitario, noce in compagnia

Noce solitario, noce in compagnia

Nel vecchio giardino in quella che ora è una periferia della città, il muretto a secco di cinta con evidenti crolli e cedimenti non protegge gli alberi.

Accanto ai limoni, aranci, mandarini, una doppia fila di ciliegi, poi gelsi, meli e peri, ed ancora albicocchi, nespoli e peschi, infine fichi e fichi d’india. Qua e là mandorli sparuti e poi lui, il noce.

Solitario, tanto da non far crescere nulla nell’area delle sue radici, dona i suoi frutti da decenni, non teme l’estate né l’inverno, in questo Sud dalla luce intensa. Lui conversa amabilmente con il vento e nelle discussioni conserva la sua tenacia, non si lascia scalfire dalla ferocia, attende la quiete. Con i suoi rami protesi a conquistare i raggi del sole, adora la pioggia che lo disseta. Generoso protegge i suoi frutti in un mallo che viene rimosso dopo la raccolta e dal quale si ricava un succo usato in tintoria. Le noci lasciate ad essiccare saranno pronte all’uso, il gheriglio da scoprire aprendo il guscio con facilità, con lo schiaccianoci oppure inserendo la punta di un coltello nel piccolo foro dell’involucro esterno. Noce da consumare fresca oppure per deliziose preparazioni. Importante è averle a portata di mano per un insolito spuntino, abbinandole a formaggi, pere, nutella, e a pranzo in una pasta o in un’insalata. Osservare il guscio con le sue linee è immaginare nuovi mondi da scoprire, il gheriglio ricorda il cervello e il pensare è un esercizio quotidiano.

Solitario il noce regala noci che amano stare in compagnia, una accanto all’altra in attesa di una mano che le accarezzi e le sollevi per poi spogliarle.

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