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Le Muse di Harari a Locorotondo

Le Muse di Harari a Locorotondo

Sui muri bianchi di calce spiccano i volti e con loro appare chiara la storia che raccontano.

 L’abbagliante biancore è in contrasto con i toni caldi del rosso che vira sull’oro e l’arancio scelti da Guido Harari per i ritratti della sua mostra “Muse”. Un viaggio nella musica che Harari ci porta a scoprire tra i vicoli di Locorotondo. Riprendersi spazio e tempo, in questi anni parchi di attimi e luoghi. Camminare senza meta né confine, scoprendo dietro un angolo Tina Turner, Tracy Chapman…e poi Skin una e trina, Alice e Franco Battiato, una giovanissima Elisa nella Londra degli anni Novanta. E ancora Lou Reed e Laurie Anderson, occhi chiusi per entrambi, si respirano a vicenda, sorridendo e ci raccontano del loro amore, del loro sodalizio artistico accanto ad una Patti Smith, seria, mani congiunte, capelli scarmigliati che a lato ma non al margine di quella storia cammina  loro accanto. 

Un altro muro, un’altra via c’è Joni Mitchell che canta “help me I think I’m falling in love again”, la risposta di Patti la conosciamo tutti l’amore è un banchetto sul quale ci sfamiamo “because the night belongs to lovers”.

La musica è nell’aria e risuona per chi sa ascoltarla. Lo scirocco porta la sabbia del deserto e graffiati da quei granelli arrivano i canti di lotta ed emancipazione. C’è Nina Simone che urla di non avere nulla eppure essere viva “Se non ho scarpe, una casa, una terra, soldi, amici, un lavoro, se non ho fede né l’amore, perché sono comunque viva? Perché ho il mio cuore e la mia anima” e c’è Malaika, il dolcissimo angelo di Miriam Makebanakupenda Malaika”.

Quaranta immagini, quaranta storie per il progetto artistico di Harari che ha ripescato nel suo archivio fotografico alcuni dei suoi più celebri ritratti.

Un qr code accompagna le immagini, c’è la voce narrante di Licia Lanera che narra le storie scritte dallo stesso Harari. Ma le immagini sono più potenti delle parole, dicono ciò che non è stato detto. 

Muse, progetto ospitato dal Locus Festival, sarà visitabile sino al 31 agosto, in quella O perfetta che non ha inizio né fine.

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