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Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi

Ultimo giorno di Novembre, sulle strade umide le auto carburano a rilento, procedono lentamente in un insolito lunedì.

 Intravedi lungo i margini delle carreggiate esterne le decorazioni natalizie che si illumineranno con il calar della sera per tentare un’esplosione festosa nel grigiore delle immagini che ormai osservi da dieci mesi, da quando ti sei sentito all’improvviso meno libero. 

Presto sarà Natale quella festa in cui tutto può accadere. Lo sanno i bambini che un uomo barbuto passerà per un saluto, lascerà un dono. Il cenone della Vigilia, la messa solenne per i cattolici praticanti, Gesù Bambino da sistemare nella stalla del presepe, a mezzanotte. Anche se un ministro della Repubblica può permettersi di dire che Gesù anche se nasce alle 22 non è che cambi molto. Come niente pare sia cambiato con le Chiese chiuse, con la paura che sovrasta la fede, che senso ha rivolgersi ad un santo se manco il prete ci sta accanto.

Così dovremmo cambiare il detto Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, perché i tuoi che vivono lontano da te non sai se potrai raggiungerli. È consigliato evitare assembramenti nelle dimore private in ragione di un interesse superiore. Quale? La salute pubblica e poco importa che quella mentale sia ormai persa, come persi sono affetti, abitudini, riti. Quando la Chiesa cede allo Stato e lo Stato ai medici forse un interrogativo bisogna porselo. Sempre che un Natale in solitudine non sia voluto per imbruttirci, impoverirci, renderci schiavi. Intanto meglio tirar fuori lo scatolone con gli addobbi che di luci colorate ne abbiam bisogno. Meglio non pensare alla Did alla Dad, alle scuole chiuse, ai ristoranti con cibo da asporto, alle chiacchiere perse al bar, ai trasporti insufficienti, alla burocrazia sempre più lenta, al governo degli ‘abbiamo messo in campo’ quando il campo non c’è. Così dell’inutilità delle parole potrei fare decorazioni per l’albero in attesa che questo dicembre non sia uguale a novembre. E se anche lo fosse, uguale, sorridendo mangerò purceddruzzi alla faccia di chi davvero non sa cosa sia l’essenziale. A Natale con i tuoi e a Pasqua con chi vuoi.

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