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Fornarelli, la musica che mi rapisce

Fornarelli, la musica che mi rapisce

Le note gli riecheggiano in mente dal primo battito di ciglia, quella musica che riesce a vedere oltre che sentire.

Impara a suonare il pianoforte a tre anni. Quando chiunque altro a malapena saprebbe distinguere tra tasti bianchi e neri.

Quando cresce decide di dare una formazione più strutturata alla sua passione e studia al Conservatorio di Bari. Kekko Fornarelli diventa così uno dei pianisti e compositori jazz più apprezzati a livello internazionale. Ha pubblicato sei album e suonato in oltre 250 concerti in 50 Paesi nel mondo, lui che non compone la musica, ma la dipinge, come lui stesso dice.

Amo la sensazione di rapimento che la musica mi da” e stasera proverà nuovamente quella sensazione di rapimento, nella sua città natale, Bari, in un concerto al tramonto al fortino Sant’Antonio.

Con la sua musica crea un linguaggio “fatto di cellule, di muscoli, di ricordi, di emozioni, che riesce a tradurre anche il mio silenzio”.

La musica per lui si osserva e quando la compone unisce influenze nordeuropee, un po’ di lirismo neoclassico, il tutto filtrato dalle sue origini mediterranee.

Fornarelli torna a casa per il Bari Piano Festival, una settimana di concerti che vedrà esibirsi, sempre oggi, la pianista Stefania Tallini considerata tra le più importanti pianiste e compositrici jazz italiane.

Il festival si concluderà con i concerti del pianista Enrico Pieranunzi in un omaggio a Bill Evans, sabato 29 sulla spiaggia di Pane e Pomodoro e domenica 30 in piazza Libertà con un concerto di Gilda Buttà e Cesare Picco, in omaggio a Ennio Morricone, in collaborazione con il Bif&st- Bari International Film Festival.

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