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The Next Generation - Short Film Festival

The Next Generation - Short Film Festival

14 prove d’autore di giovani registi italiani

Ci vogliono 27 metri di pellicola per creare un solo minuto di magia cinematografica. Il tempo conta. I fotogrammi si accavallano gli uni sugli altri, 24 per ogni secondo, e nasce così un piccolo grande capolavoro. Noi oggi vi parliamo dei piccoli o meglio dei corti. Dei 14 cortometraggi finalisti di The Next Generation - Short Film Festival 2019”

Un festival che ambisce ad avere un respiro ampio, accogliendo in questa quarta edizione registi da tutta Italia, Bari naturalmente ma anche Trieste, Padova, Milano, Napoli, Pescara, Roma, Cosenza e via via per tutto lo stivale, isole incluse.

Hanno partecipato in 140, ma alle due serate finali giovedì 14 e venerdì 15 novembre al Cineporto di Bari ne sono arrivati 14, uniti dal filo conduttore del festival che per questa edizione sono le geografie, del mondo, metaforiche, fisiche e metafisiche, esplorate in ogni anfratto dell'anima e in ogni dettaglio del cuore.

“Il festival ha un‘identità precisa, cerca sguardi insoliti, nuovi linguaggi e visioni, che in qualche modo afferrino il filo rosso della suggestione poetica di quest’anno: le geografie intese come spazi vitali e performanti, luoghi del reale e della metafora, perimetro di anime in cerca di ispirazione e raggio di un cerchio in perenne esplosione” spiegano i due direttori artistici Tita Tummillo e Velia Polito.

Quattro i premi che saranno assegnati: migliore corto, migliore regia e miglior attrice e miglior attore.

In giuria Cosimo Terlizzi (presidente di giuria, regista, fotografo, performer, videoartista, scultore) Beatrice Fiorentino (giornalista e critico cinematografico) Simone Bozzelli (regista e autore) e Annalisa Zito, direttrice della Fondazione Battista, promotrice dell’evento.

Molti i temi trattati all'interno di queste “Geografie”, come il Notturno, del cosentino Fabrizio Condino che offre uno sguardo profondo sulla solitudine. 

Noi soli del giovanissimo Francesco Alessandro Cogliati,  che dalla sua Desio, è arrivato a Bari con un corto che racconta il rapporto più profondo che si possa instaurare nella vita di chiunque.

Il romano Edoardo Bramucci ha affrontato il tema dell'accoglienza, facendo entrare lo spettatore nell'immaginario di un piccolo bambino africano con il suo Nooh di affronta il tema dell'accoglienza, facendo entrare lo spettatore nell'immaginario di un piccolo bambino africano.

Ha solo 23 anni Nicolas Morganti Patrignani che con il suo Departures si interroga sulle scelte coraggiose legate alla vita e alla morte di ognuno di noi, mentre il pescarese Michele Saia, apologo delle “geografie” degli affetti e dell’adolescenza, trasporta tutto ciò su pellicola con Io non ho mai.

Solo un napoletano può conoscere e comprendere tutte le contraddizioni di una città senza tempo, trasposte in pellicola da Giovanni Dota che in Fino alla fine parla di leggi d’onore e regole di camorra.

Il bitontino Antonio Stea con The stranger ci racconta di un uomo estraneo a se stesso, al mondo e al proprio simile e l’occhio siciliano di Carmelo Segreto racconta la storia di un immigrato algerino, costretto a fare i lavori più disparati in Italia per poter sostenere la propria famiglia in Humam.

Mon Amour Mon Ami del milanese Adriano Valerio è una delicata rappresentazione dell’indefinitezza dei sentimenti e della complessità degli stessi; «La strada vecchia» del tolentino Damiano Giacomelli incrocia affari di famiglia e imprevisti a cui la vita ti mette di fronte.

Si interroga sull’insolito e sul fantastico Filippo Meneghetti nel suo La Bête.

Gioca in casa il barese Antonio Ottomanelli che per parlarci delle sue geografie è volato a Baghdad con l’intento di mostrare la parte più intima e nascosta della città irachena in Mapping Identity.

 A completare la rosa dei finalisti Interview with Rossella del triestino Andrea Andolina che analizza le dinamiche familiari di una signora anziana, con i suoi interessi e le proprie abitudini, fino a condurci ad un finale inaspettato, intenso e toccante e «Et in terra pacis» del leccese Mattia Epifani, classe 1985, che ha portato su pellicola una storia di fantasmi e memorie rimosse di grande suggestione.

L’appuntamento è quindi per il 14 e il 15 novembre quando i cortimetraggi finalisti incontreranno il grande pubblico.

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