Marguerite Yourcenar profeticamente aveva immaginato il futuro che stiamo vivendo.
Il vuoto che solo i libri, la conoscenza, la curiosità, il tuffarsi in mondi nuovi, può colmare.
“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire” scrisse.
Quei rifugi dell’anima, del cuore e delle menti affaticate sono ovunque e silenziosi raccolgono grani.
Nascono tutte seguendo il solco tracciato dalla biblioteca di Alessandria d'Egitto, la più antica del mondo, fondata dai Tolomei nel 305 a.C., da uno dei diadochi di Alessandro Magno. Il suo primo direttore fu Zenodoto di Efeso, famoso per l’edizione critica dei poemi di Omero e al quale si deve la sistemazione in ordine alfabetico del patrimonio librario, anche la catalogazione dei libri nasce lì ad opera di Callimaco di Cirene. L’unico obiettivo della biblioteca era custodire tutta la conoscenza del mondo, il faraone con un editto impose che ogni nave che attraccava ad Alessandria dovesse cedere i suoi libri che venivano ricopiati dagli scriba. La copia tornava alla nave, l’originale veniva conservato nella biblioteca.
Oggi la più grande al mondo è la biblioteca del Congresso a Washington d.c. dove si possono consultare 170 milioni di libri scritti in 470 lingue diverse, tra cui anche l’esemplare scritto a mano della Bibbia Gigante di Magonza e la Bibbia di Gutenberg, primo libro stampato con i caratteri mobili.
Ogni biblioteca in qualsiasi angolo del mondo custodisce un tesoro. La biblioteca nazionale di Parigi, fondata nel 1368, conserva i manoscritti di Notre-Dame de Paris di Victor Hugo e Le Deuxième Sexe di Simone de Beauvoir.
La libreria Shakespeare & Company, fondata a Parigi nel 1919, è stata il luogo dove James Joyce ha scritto il suo Ulisse e dove Ernest Hemingway insieme a un manipolo di amici ne ha reso possibile la sua pubblicazione.
Nella Morgan Library di Madison Avenue, progettata da Renzo Piano per la collezione privata del banchiere Pierpont Morgan, diventata pubblica per volontà del figlio, è possibile ammirare tre copie della Bibbia di Gutenberg, il manoscritto della Sonata per Violino n.10, op.96 in G maggiore di Beethoven e due opere scritte a tredici anni da Wolfgang Amadeus Mozart.
Poi c’è la Livraria Lello & Irmao, a Porto, in Portogallo, costruita nel 1906, bellissima con le sue vetrate, il soffitto decorato, il legno scuro della scala a chiocciola che ha ispirato J.K. Rowling per immaginare il castello di Hogwarts del suo Harry Potter. A Londra nella libreria Hatchards c’è ancora il tavolo dove Oscar Wilde firmava i suoi libri.
Piccoli paradisi, come li immaginava Jorge Luis Borges.
Umberto Eco andò oltre e probabilmente aveva ragione “Se Dio esistesse, sarebbe una biblioteca”.