Voglio andare in sciopero da me stessa. Fermare tutto, chiudere le porte e restare lì con me a guardare il mare.
Non voglio più cose da fare, persone da accontentare, non voglio far quadrare tutto, non voglio interagire, ovvio, non voglio neanche lavorare. Voglio stare con me stessa, con il sole sul volto. Non voglio più fare ciò che devo fare, capire ciò che devo capire, accettare ciò che ritengo sia inaccettabile. Voglio scioperare da tutto ciò che non mi appartiene. Voglio togliermi il vestito delle incombenze quotidiane.
Non voglio strade trafficate, auto, cemento, solo alberi e fiori. Voglio incontrare un porcospino che mi taglia la strada, un gatto che mi accompagna al cancello, un libro che mi tiene per ore immersa in un altro mondo, un piumone che mi avvolge e mi sussurra sogni. Voglio un pane di grani antichi con un filo d’olio e di sale. Voglio un pan di spagna appena sfornato che profuma l’aria di tutta la casa. Voglio torte semplici che sanno di primavera. Voglio scegliere con chi parlare, a chi dedicare il mio tempo e non perderne più in cose che non hanno senso. Voglio un tempo che sia mio.
Voglio una scatola di colori per colorare i bianchi scegliendo solo colori brillanti, saturi e luminosi. Bandito ogni grigio che inquina il mondo. Voglio un cane grande e peloso da accarezzare. Voglio camminare. Voglio un pensiero felice al giorno e una parola bella ogni ora. Voglio le cose piccole che lievitano diventando grandi. Voglio il verde e l’azzurro sempre nei miei occhi e poi a tratti il giallo, il rosa, il rosso, l’arancione e il viola. Voglio le sfumature, la bellezza e la poesia.