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La spazzatura cresce sui tetti

La spazzatura cresce sui tetti

A qualcuno serve un tavolo?

La raccolta differenziata è ormai una realtà. È vero capita sovente di incontrare mobili, divani, elettrodomestici accanto ai cassonetti. Forse chiamare per far ritirare il mobilio ormai desueto costa più della benzina per trasportare il tutto dove qualcun altro ci penserà. Poi vuoi che non serva la scrivania a qualche disperato? E di gente che rovista tra i rifiuti le città son piene, non fa eccezione Bari, capoluogo di regione. L’amministrazione è impegnata con l’ausilio di telecamere e appostamenti a beccare gli incivili e multarli, a far capire loro che il conferimento ha le sue regole, che non si può far di tutta una spazzatura un fascio. Eppure vagando di sera per le vie della città non è difficile incontrare cassettiere, specchi, poltrone, sui marciapiedi. Ma può anche capitare di vederla crescere la spazzatura, sui tetti. Non i sacchetti dell’indifferenziata, né l’organico, ma tutta una serie di materiali riutilizzabili. Vero il tetto è proprietà privata, ma non è un bel l’affare affacciarsi alla finestra e trovare un così desolante paesaggio. 

Di tutto un po’, sperando che il soffitto non venga giù. Buono il deposito, non visibile dalla strada ma solo dalle finestre degli appartamenti circostanti. Luogo Bari-Carbonara. Civico? Boh.  

 

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