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Carnevale, allegria

Carnevale, allegria

Ultimi due giorni di carnevale, per strada i coriandoli, stelle filanti, i ragazzi in vacanza si organizzano per la  sfilata del martedì grasso.

Dopo il mercoledì delle Ceneri si aspetterà la Pentolaccia. Le Ceneri, polvere a cui si ritorna. “Carnevale vecchio e pazzo/ s’è venduto il materasso/ per comprare pane, vino,/tarallucci e cotechino./ E mangiando a crepapelle/ la montagna di frittelle/ gli è cresciuto un gran pancione/ che somiglia a un pallone./ Beve e beve e all’improvviso/ gli diventa rosso il viso,/ poi gli scoppia anche la pancia/ mentre ancora mangia, mangia… / Così muore il Carnevale/ e gli fanno il funerale,/ dalla polvere era nato/ ed in polvere è tornato”. Polvere in questa poesia considerata da molti di Gabriele D’Annunzio.

Coriandoli dai carri, le maschere sul volto, tutti sfilano per farsi osservare. Allegria tra la gente che divertita scaccia i pensieri. È festa, soprattutto per i bambini. Viva il Carnevale e non si può che dar ragione a Gianni Rodari, “Viva i coriandoli di Carnevale,/ bombe di carta che non fan male!/ Van per le strade in gaia compagnia/ i guerrieri dell’allegria:/ si sparano in faccia risate/ scacciapensieri,/ si fanno prigionieri/ con le stelle filanti colorate./ Non servono infermieri/ perché i feriti guariscono/ con una caramella./ Guida l’assalto, a passo di tarantella,/ il generale in capo Pulcinella./ Cessata la battaglia, tutti a nanna./ Sul guanciale/ spicca come una medaglia/ un coriandolo di Carnevale”.

Carnevale, festa attesa, per la voglia di danzare per strada, di assistere a spettacoli divertenti, osservare costruzioni in cartapesta, viaggiare per scoprire altre tradizioni. “La stagion del Carnevale/ tutto il mondo fa cambiar./ Chi sta bene e chi sta male/ Carneval fa rallegrar./ Chi ha denari se li spende;/ chi non ne ha ne vuol trovar;/ e s’impegna, e poi si vende,/ per andarsi a sollazzar./ Qua la moglie e là il marito,/ ognun va dove gli par;/ ognun corre a qualche invito,/ chi a giocare e chi a ballar./ Par che ognun di Carnevale/ a suo modo possa far;/ par che ora non sia male/ anche pazzo diventar./ Viva dunque il Carnevale,/ che diletti ci suol dar./ Carneval che tanto vale,/ che fa i cuori giubilar”, scriveva Carlo Goldoni.

Carnevale e gioia sia, mentre la musica batte un tempo di felicità.

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