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I love Lego

I love Lego

Lo sai perché i mattoncini Lego hanno un buchetto su un lato? Perché se un bambino o una bambina lo ingerisce, riesce comunque a respirare. 

Ecco svelato il segreto dei mattoncini più famosi del mondo: la cura e l’attenzione. Perché il gioco è una cosa seria. Lo sapeva Ole Kirk Kristiansen, il falegname che decise di fondare un’azienda di giocattoli e per farlo scelse il nome abbreviando due parole danese leg godt, gioca bene e lo sa Kjeld Kirk Kristiansen, il nipote che oggi guida l’azienda che produce quasi venti miliardi di mattoncini ogni anno.

Tanti quanti ne servono per costruire il mondo che ogni bambina e  ogni bambino sono in grado di immaginare. E non importa l’età, basta avere fantasia e tanta pazienza. Come quella necessaria per realizzare i diorami in esposizione nello Spazio Murat a Bari, dove la mostra, non direttamente sponsorizzata da Lego, sarà visitabile sino al 19 marzo.

Dall’insediamento lunare da 50mila pezzi realizzato con pezzi originali degli anni ’80 al castello medievale, 250mila pezzi, su per giù, che si arricchisce di anno in anno con nuovi scenari. Quello esposto a Bari è grande 13 metri quadrati, ma ne esiste una versione da 35. C’è il villaggio tirolese, due anni di lavoro per assemblare uno dopo l’altro i 90mila mattoncini. Svettano verso l’alto i 160mila pezzi Lego che compongono i grattaceli del diorama City, un’opera imponente realizzata a più mani per ricreare un assetto urbano perfetto che accosta il museo delle scienze con i suoi dinosauri alle case in arenaria dal sapore di architettura tudor e vittoriana.

Raccontano luoghi ma anche storie, come Operazione Nakam, la vendetta della brigata antirazzista avvenuta nel Friuli Venezia Giulia nel 1945. I Lego narrano di mondi reali e immaginari, travalicano confini, diventando di fatto universali. Creano scenari fantascientifici come il più raro di tutti, il Millenium Falcon ricordando sempre il motto racchiuso nel loro nome, che non tutti tuttavia ricordano sempre. 

Se quel giocare bene significa anche unire le persone condividendo il mondo dei mattoncini colorati forse questa mostra ha un neo, il prezzo del biglietto di ingresso, decisamente non alla portata di tutti. 

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