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Gli sconfinamenti del Kismet

Gli sconfinamenti del Kismet

Trentacinque spettacoli per andare oltre ogni immaginabile confine.

“Le definizioni, i muri, i recinti, i generi, le misure, per sciogliere ghiacciai, addentrarsi nell’impervio, creare connessioni improbabili, per scomporre orizzonti, mescolare il riso nel pianto, il rosso nell’indaco, il grido nel silenzio, la luce nell’ombra, il me in te. Sconfinamenti per generare visioni, per tendere all’infinito” come spiega la curatrice della stagione teatrale del Kismet, Teresa Ludovico

Una stagione che profuma di poesia.

“Procedi piano. Lascia che la mano esegua il fragile dettato. Abbi fede in quel niente che viene - quel niente che succede. Non prendere la parola. Lascia sia lei da sola. Diventa tu la preda. Sia lei che ti cattura” canta nei versi di Quando non morivo, la poetessa Mariangela Gualtieri. Gli stessi del rito sonoro portato in scena nello spettacolo Il quotidiano innamoramento, dove la poetessa, guidata da Cesare Ronconi, tenterà di raggiungere l’incanto fonico profetizzato da Amelia Rosselli. In scena il 28 e il 29 gennaio.

Torna Concita De Gregorio sul palco con Erica Mou per raccontare, attraverso un’orazione funebre, cinque incredibili donne “Dora Maar, la donna che piange dei quadri di Picasso, che mi accompagna sin da bambina. Poi sono venute Amelia Rosselli, poeta della mia adolescenza. Carol Rama e la sua ossessione artistica per il sesso motore di vita, l’anticonformista che mi ha accompagnata nella giovane età adulta. Maria Lai che ha ricamato libri e tenuto insieme, coi suoi fili dorati, persone, paesi e montagne: la maturità. Infine, Lisetta Carmi, che mi ha aperto le porte di casa sua e reso privilegio della sua compagnia, delle sue parole, della sua saggezza” come ha scritto la stessa De Gregorio presentando il suo Cinque invettive, sette donne e un funerale. In scena il 13 e il 14 aprile.

ALESSANDRO. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande è un viaggio che ripercorre i passi fatti di parole, pensiero e impegno dell’intellettuale tarantino che ha fatto degli ultimi la sua ragione di vita. Che ha cercato nel suo cammino di “donare luce a quello che rimane oscuro e nascosto nei luoghi più terribili, d’impegnarsi a smontare gli stereotipi e le frasi fatte con cui allontaniamo da noi i drammi che percorrono il nostro presente”. Lo spettacolo di Fabrizio Saccomanno e Gianluigi Gherzi
con Fabrizio Saccomanno, Giorgia Cocozza, Emanuela Pisicchio, Mariarosaria Ponzetta, Andjelka Vulic andrà in scena il 9 e il 10 dicembre.

“Alì dagli occhi azzurri / uno dei tanti figli di figli, / scenderà da Algeri, su navi/ a vela e a remi. Saranno/ con lui migliaia di uomini/ coi corpicini e con gli occhi/ di poveri cani dei padri/ sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini, / e il pane e il formaggio …” scrisse Pier Paolo Pasolini ispirandosi ad un racconto di Jean Paul Sartre. Alla sua poesia è ispirato l’omonimo spettacolo teatrale Profezia, una cantata scenica per soprano, due voci popolari, due voci narranti e ensemble che sarà portato in scena l’8 dicembre.

Un messaggio in una chat di appuntamenti per una partita a calcetto, la nascita della squadra Pochos, nomignolo del calciatore Lavezzi, l’attenzione della stampa e infine la rivelazione pubblica dell’omosessualità dei giocatori che diventano così simbolo di una libertà rivendicata su un campo di calcio. Da una storia realmente accaduta nasce Pochos, scritto e diretto da Benedetto Sicca con Francesco Aricò, Emanuele D'Errico, Dario Rea, Francesco Roccasecca ed Eduardo Scarpetta. Sul palco il 3 e il 4 dicembre.

E ancora Le Rane di Aristofane, Il Malato Immaginario di Molière, EVERY BRILLIANT THING Le cose per cui vale la pena vivere di Duncan Macmillan e tutti gli altri spettacoli (cliccando qui il calendario completo) che da ottobre ad aprile daranno vita al palco del teatro Kismet di Bari.

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