Esprimi un desiderio quando vedrai una stella cadente nel cielo. Scia luminosa di fuoco di materia e presto arriverà la notte attesa. Tra il 9 e il 10 di agosto, estate, spiagge e falò, bagni notturni tra acqua e fuoco e aria che respiri prima che l’aurora ingiallisca il mare. Sciame di Perseidi ad illuminare il cielo ed è corsa a chi ne conta di più. Desideri affidati alle stelle cadenti che tali non sono, detriti che prendono fuoco a contatto con l’atmosfera terrestre, ma così non c’è poesia, non c’è magia per sguardi di innocenti bimbi a esprimere sogni di piccole cose. Ed i sogni degli adulti sussurrati nel silenzio della propria mente quasi un non ci credo ma che importa al massimo non si avvera, e poi la magia nei ragazzi che accada questa notte. Nelle tenebre rischiarate dall’amica luna, le lacrime di San Lorenzo divengono lacrime laiche di chi desidera che un extraterrestre lo porti via, lontano da questo baratro di mediocrità, di odio, di slogan pubblicitari e social buoni solo a raccattare consensi che domani saranno dissensi. Persa poesia lungo la strada della scrittura, che è facile lasciarsi coinvolgere da parole volgari, da comunicazioni popolari. Rileggere Pascoli “San Lorenzo, io lo so perché tanto / di stelle per l’aria tranquilla /arde e cade, perché si gran pianto/ nel concavo cielo sfavilla.” Uccisione del padre. Qui di morti non se ne contano più.
“E tu, Cielo, dall’alto dei mondi / sereni, infinito, immortale, / oh!, d’un pianto di stelle lo innondi / quest’atomo opaco del Male.”