L’arcobaleno è sottostimato

Ha molto a che fare con i colori e la luce, la sua rifrazione, l’alternarsi caotico e disordinato

che ha invece poco ha a che fare con le sfumature rilassanti di una immagine patinata. Quel disordine, quell’impercettibile movimento, incontro e scontro di colori, che non parla di quiete imposta ma molto di odori, sapori, rumori, pressioni e tocchi della vita di ogni giorno.

Cancelliamo per un attimo le immagini edulcorate e rassicuranti.

Piero Percoco (the rainbow is underestimated) immortala quella perfetta in quanto imperfetta dissonanza cromatica e luminosa nelle sue foto di The silent sun in mostra al Phest festival internazionale di fotografia e arte (visitabile sino al 16 novembre) e frutto di una residenza artistica a Brighton dove camminando, guardando e ascoltando, si è immerso nella vita di questo scorcio di Inghilterra che ai suoi occhi appare molto familiare. “Brighton mi parla attraverso il vento e il mare…c’è qualcosa nella sua atmosfera che mi ricorda fortemente l’Italia meridionale, eppure è carica di una distinta energia inglese… Non cerco di documentare Brighton in maniera descrittiva, ma piuttosto di rispondere emotivamente a ciò che mi scorre dentro mentre sono qui. A volte fotografo solo per un certo tipo di luce, altre volte per una sensazione nello stomaco. Tutto è filtrato da questa apertura all'ascolto. E curiosamente, per la prima volta nella mia vita, mentre ero a Brighton, ho avuto problemi alle orecchie, qualcosa che mi faceva sentire più ovattato e disorientato, come se mi stessi muovendo attraverso uno strato di percezione morbido e surreale. Questo approccio è coerente con la mia visione sia come fotografo che come essere umano: credo che la fotografia possa rivelare un mondo che di solito sfugge all’occhio distratto, un mondo sottile in cui realtà e sogno si intrecciano”.

Le immagini riflettono lo stile che abbiamo imparato a riconoscere ed apprezzare del fotografo barese che con i suoi scatti ha fatto il giorno del mondo, pubblicate sul New Yorker, New York Times, Vogue Italia, esposte al Guggenheim e alla Helmut Newton Foundation.

Il sole silenzioso di questa mostra appare limpido e luminoso, dalle transenne sul mare in una stratificazione di colori, ai tavolini di un bar sulla spiaggia, da una coppia che prende il sole su sdraio a righe bianche e azzurre ad un attempato ottantenne dai capelli molto bianchi e il viso troppo rosa. Diremmo quasi il riappropriarsi di una vita lenta o meglio molto colorata e luminosa.