The Chemical Brothers, trance

È trance. Dopo i primi brani, il ritmo si è già impadronito del tuo corpo che è entrato in un nuovo stato. Il suono risuona nello stomaco,

si amplifica, percorre gli organi, vene e arterie irrorando ogni centimetro e il caldo è solo una sensazione secondaria. Occorre non fermarsi, continuare in un viaggio fatto di immagini e ritmo, di psichedelica volontà di resistere, in consolle The Chemical Brothers tutta un'altra musica. Ed Simons e Tom Rowlands sembrano immuni dallo scorrere del tempo e sarà forse colpa del big-beat mentre techno, trip-hop e rock si incrociano sotto i ritmi delle batterie.

Non è un djset è un’esperienza, ogni volta diversa, perché il suono sa stimolare nuovi angoli, nuove porzioni di corpo, si insinua anche sottopelle generando nuove sensazioni. È un vorticoso muoversi in uno spazio sempre più piccolo eppure sempre più aperto, alla ricerca della fusione perfetta, la trance è sperimentazione del superamento del proprio precedente limite. Ipnotico ritmo fatto di sonorità profonde che scuotono anche i tronchi dei pini intenti ad ascoltare, qua e là un muoversi di foglie e tutto potrebbe girare intorno a noi se non fossimo poi capaci di governare anche la trance.

Quella dei Chemical è una identità riconoscibile e il loro spettacolo un’esperienza immersiva che scuote ogni fibra, che abbatte ogni resistenza, che sfida ogni limite per sentirsi ancora infinitamente se stessi. Difficile resistere al coinvolgimento, difficile restare semplicemente fermi ad ascoltare. Muoversi, trance, resistere.