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Terra chiama Mork

Terra chiama Mork

Nel 1977 George Lucas scrive, dirige e produce Star Wars. Garry Marshall porta il figlio di otto anni al cinema.

L’Impero Galattico di Luke Skywalker e di  Obi-Wan Kenobi, stregano il bambino che chiede al padre di far atterrare gli extraterresti a Milwaukee, la città scelta per il suo Happy Days

Marshall, (nato Masciarelli dal cognome del padre abruzzese) immagina già il successo. Ha un’idea precisa in mente, ma a quanto pare era troppo complicata per John Byner, l’attore scelto, che si licenziò quasi subito. Dom DeLuise e Roger Rees rifiutarono l’offerta, Richard Lewis e Jeff Altman furono presi in considerazione, ma temporeggiarono. Nel frattempo Lynda Goodfriend, la Lori Beth fidanzata di Richie Cunningham nella serie, propose un suo amico e collega nei seminari comici di Harvey Lambeck. 

Al provino quando Marshall invita un giovanissimo Robin Williams ad accomodarsi, lui si siede sulla sua testa. Il produttore inizia a ridere e non smette più. E’ fatta, ha trovato il suo extraterrestre.

La puntata va in onda il 28 febbraio 1978 registrando quasi 28 milioni di telespettatori, la stessa audience dell’intera stagione di Happy Days. 

Quando Robin è sul set tutto il cast, la troupe, i produttori, i dirigenti della rete televisiva, si fermano per guardare le esibizioni del giovane extraterrestre, che per la maggior parte del tempo improvvisa. 

Robin Williams a soli 26 anni diventa una star. Prima di Good Morning Vietnam, de L’attimo fuggenteRisvegliWill Hunting Genio ribelleMrs. DoubtfireJumanji

My favorite Orkan è la 110ma puntata del telefilm e diventa virale prima che questo termine avesse un significato mediatico. Appena quattro giorni dopo la messa in onda della puntata, Marshall decide di costruire su Mork venuto da Ork una intera serie, Mork & Mindy, uno dei tanti spin off di Happy Days (seguirà anche Laverne & Shirley). La sua comicità incontenibile è il fulcro su cui si poggia tutto, Marshall lo sa e lo lascia fare. Le sceneggiature degli episodi erano stringate e riportavano spesso la dicitura "Robin farà qualcosa qui".

Time l’anno dopo, il 12 marzo, gli dedica una copertina oggi conservata nella National Portrait Gallery dello Smithsonian Institution. Passano gli anni e lui continua a far ridere e piangere di commozione ad ogni sua performance. Far ridere sino a perdere il fiato è il suo obiettivo. Passano gli anni, cambiano le cose, la critica non sempre è dalla sua parte, ma con quella risata che impiega un attimo a far salire dalla pancia dei suoi spettatori, fa ridere tutti, tranne sé stesso. Qualcosa il lui cambia o forse è il mondo a cambiare “E questi cambiamenti li fanno sentire migliori? Non potrei dirlo così, ma forse li fanno sentire migliori. Però certi cambiamenti non sono necessari, vede: molti terrestri si cambiano perché non credono di apparire bene agli altri, mentre il vero problema è che non appaiono bene proprio a sé stessi. Peccato! E con questo arrivederci alla prossima puntata! Nano, nano!”.

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