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Il canto di protesta di Belafonte

Il canto di protesta di Belafonte

Vieni signor contabile, fai il conteggio delle mie banane. La luce del giorno arriva e noi vogliamo andare a casa.

Harry Belafonte canta, il suo urlo si staglia alto nel cielo, day-o, quasi come un richiamo, prestate attenzione, questa non è una ballata, è un canto di protesta. Ascoltate tutti il canto dei lavoratori portuali che di notte caricano le navi con le deliziose banane giamaicane. “Lavoro tutta la notte con un sorso di rum, la luce del giorno arriva e io voglio andare a casa. Accatasto banane finché fa giorno, l’alba arriva e io voglio andare a casa”.

Belafonte fa suo quel canto popolare giamaicano, ne cambia qualche parola tramandata di voce in voce e nel 1956 la incide nell’album Calypso, per raccontare al mondo la vita dei lavoratori nelle piantagioni di banane in quella Giamaica che non aveva dimenticato e in cui aveva vissuto per 4 anni con la madre quando ancora era un bambino. La canta per la prima volta al Muppet Show. Diventa un successo mondiale, il primo disco nella storia a superare il milione di copie vendute. Tutti cantono una canzone che porta gioia e calore, con il suo ritmo calypso inconfondibile. La cantano in Germania dove rimane al primo posto della classifica delle canzoni più ascoltate per 13 settimane, in Olanda, nel Belgio, in Italia. Non tutti ne comprendono le parole, ma la forza si.

Non sarà il lavoro a spezzarmi, ho ancora gioia nel mio cuore, anche se lavoro tutta la notte, anche se le mani si tagliano e sanguinano per pochi soldi, sembra cantare Belafonte che porta in ogni angolo del pianeta la sua Banana boat song, canta i diritti degli afroamericani, degli ultimi, dei dimenticati. Lo farà tutta la vita con dignità e gioia, come il suo canto.

“Ciò che fa funzionare un movimento sono migliaia di parti che si uniscono e si esprimono a favore di una determinata destinazione o obiettivo. Devi trovare uomini e donne disposti a svolgere il ruolo che ognuna di queste cose richiede” dirà in una intervista. Lui trova il suo ruolo, la musica e il cinema sono gli strumenti per arrivare a quanta più gente possibile.

“Senza il cuore ribelle, senza persone che capiscono che non c'è sacrificio che possiamo fare che sia troppo grande per recuperare ciò che abbiamo perso, saremo per sempre distratti con possedimenti, bigiotteria e titoli”.

L'alba arriva e io voglio andare a casa.

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