Tra i gamberetti, in mezzo al ghiaccio, nella cassetta di polistirolo, sul bancone di una pescheria, mimetizzata tra l’arancio dei crostacei.
Non pensava di finire così mentre allegramente passeggiava sul fondo sabbioso di un mare senza nome, acqua salata dal volume ancora ignoto.
Non pensava di finire così trascinata via non dalla corrente ma da qualcosa di più forte, di meno divertente, di meno noto. Il tempo di ascoltare un rumore strano diventare sempre più forte e vicino e via, lontano dal fondo.
Di colpo una enorme pressione di corpi schiacciati, ammassati l’uno contro l’altro, sparute alghe anch’esse strappate troppo presto alla vita. E poi d’improvviso niente acqua salata, niente vita. Ingaggiare annaspando un’ inutile lotta con il destino per sopportare un peso enorme, recuperare acqua, ritrovare vita.
Un’ incredibile voglia di riso con gamberetti e zucchine. Un salto in pescheria, sul bancone una cassetta di polistirolo e nel ghiaccio piccoli gamberetti arancio viola aspettano che io li acquisti.
Mezzo chilo, ci vorrà un po’ di tempo per pulirli perfettamente. Uno dopo l’altro piccoli semicerchi bianco-rosa, d’improvviso un granchio. Lo metto da parte per poi decidere se utilizzarlo oppure no. I gamberetti aumentano nella loro purezza, teste e code da un lato. E poi tra le alghe una sorpresa, una piccola stella marina. Chissà come ci è finita qui, lei, piccola. Chissà da dove viene, quale mare ha abitato, quale fondale ha percorso cibandosi qua e là. Piccola, cinque braccia ormai immobili.
Ciao stella marina.