
www.pressinbag.it è una testata giornalistica iscritta al n. 10/2021 del Registro della Stampa del Tribunale di Bari del 10/05/2021.
Da bambina le regalano i libri di Lewis Carroll e Beatrix Potter, inizia lì a creare il suo mondo.
Rielabora tutto, popolandolo di animali fantastici. I racconti della mamma irlandese con sangue gitano arricchiscono il suo immaginario di fate, spettri, pozioni magiche. Crea da sola il mondo in cui avrebbe voluto vivere.
Dislessica e ribelle, Leonora Carrington viene definita ancora bambina: un problema. Disegna mostri sui muri e ride in chiesa.
Non accetta le regole sociali e viene espulsa da tutte le scuole che frequenta, quei canoni così rigidi limitano la libera espressione di sè stessa. A vent’anni, nel 1937 incontra Max Ernst, pittore tedesco surrealista di 26 anni più grande di lei. Saranno l’uno per l’altra l’amore della vita anche quando si lasceranno e vivranno di altri amori.
In una lettera a Paul Éluard (1938), Ernst di lei scrive: “Ho incontrato una giovane donna che è un essere di un altro mondo. La sua purezza è più forte della mia esperienza.”
La dipinge spesso, in Leonora nella luce dell’alba tra i suoi amati cavalli e uccelli, in L’angelo del cuore.
Quando lui viene arrestato dai nazisti nel 1939 colpevole di essere “un artista degenerato” lei non regge, cerca di farlo uscire di prigione, muove i suoi canali, alla fine perde il senno, si trasferisce in Spagna dove viene internata nell’ospedale psichiatrico di Santander. Subisce l’elettroshock e ogni pratica disumana che al tempo veniva inflitta ai malati psichiatrici. Ne scriverà in Down Below, pubblicato a New York nel 1944 con parole profonde come abissi “Sapevo che stavo attraversando un processo di trasformazione. Qualcosa dentro di me si stava disgregando, ma nello stesso tempo un’altra parte di me stava nascendo. Tutto ciò che avevo creduto reale si dissolveva, e al suo posto emergeva una nuova realtà, più vasta, più terribile, ma anche più vera. Non sapevo più dove finiva il mondo esterno e dove cominciava quello interiore.”
In quegli anni perde e ritrova se stessa, consapevolmente “Mi trovavo nel paese che è al di sotto della coscienza, nel regno dove il delirio è reale.”
La famiglia si ricorda di lei, dopo gli anni di difficile coesistenza, quando il padre ricchissimo industriale - dopo il soggiorno della figlia a Firenze a bottega da artisti locali - negando ogni suo valore artistico le disse “Non eri una vera artista - in quel caso saresti stata povera o omosessuale, che come crimini si equivalgono”. La fanno dimettere, ma la affidano ad una balia che ha il compito di portarla in Sud Africa per un nuovo ricovero in una struttura psichiatrica. Nessun salvataggio sono un nascondiglio più accurato.
Lei fugge, si rifugia nell’ambasciata del Messico a Lisbona dove viene salvata dal poeta e diplomatico Renato Leduc. Lui le avrebbe dato la libertà, lei in cambio avrebbe dovuto sposarlo. Così fu.
Rincontra Ernst, finalmente libero, in un mercato di Lisbona, lui la implora di lasciare il marito, volano insieme a New York, pur restando entrambi sposati con altri. Inezie, ma mantiene la promessa fatta al marito e con lui raggiunge Città del Messico e lì lo lascia per iniziare la sua vita assoluta con le artiste surrealiste messicane Remedios Varo e Kati Horna.
Ernst nel frattempo divorzia e si risposa per la terza volta con Peggy Guggenheim e per la quarta con Dorothea Tanning, cancellando ogni riferimento pubblico di Leonora.
Lei dall’altro lato dell’oceano, nel suo mondo incantato legge libri di magia rinascimentale, mitologia celtica, cabala, li mescola e crea i suoi riti, cucina pozioni simboliche, zuppe e dolci seguendo i suoi immaginari rituali, invita gli amici a cena e serve loro il brodo magico da bere durante l’eclissi lunare per proteggersi dagli spiriti curiosi.
Arriva ad una festa indossando come copricapo una rete di pesci argentati perché “era l’unica maniera per mantenere i pensieri al fresco”, con l’amica Remedios Varo costruisce un macchinario capace di catturare i sogni e conservarli in un barattolo. “Il mondo visibile è un velo molto sottile: dietro di esso, c’è l’infinito” scriverà nei suoi libri.
La sua vita è magia allo stato puro, la sua.
I tempi dell’amore con Ernst sono lontani, ma lui a dispetto dei matrimoni e delle tante donne avute dirà “Ho conosciuto la follia attraverso l’amore. Lei era un vento che non poteva essere imprigionato.”
E nessuno può imprigionare il vento, neanche un grande amore.
Leonora dipinge le sue tele fondendo alchimia e surrealismo, il racconto involontario di sé prende forma e colore “Nel sottosuolo della mia mente, i colori prendono vita propria. Si muovono, si fondono e si mescolano tra loro, creando paesaggi di sogno e memoria dove la realtà non è fissa, e l’anima può vagare liberamente nell’intreccio vivido dell’immaginazione”. Sogna, dipinge, crea “Tutto ciò che ho dipinto è reale, anche se nessuno lo ha ancora visto.”
Fluisce tra le dimensioni, intangibile, inafferrabile
“Leonora non apparteneva a nessuno, nemmeno a sé stessa” Disse Ernst che l’aveva tra le braccia e nella mente.
Lei lontano da lui, in quell’esilio sud americano rinasce. Non più oggetto amato. “Essere donna è una battaglia quotidiana contro la riduzione all’immagine” scriverà tra le sue pagine. Gli anni scorrono, lei sempre assorbita da quello “stato mentale” che è il surrealismo.
Anche lui vive, molto. Ma non la dimentica. In uno dei suoi ultimi taccuini disegna un uccello che vola sopra un cavallo con la scritta “Für L.” (“Per L.”).

www.pressinbag.it è una testata giornalistica iscritta al n. 10/2021 del Registro della Stampa del Tribunale di Bari del 10/05/2021.
Per qualsiasi informazione o chiarimento non esitare a contattarci scrivendo ai seguenti indirizzi