Visioni d'insieme

Un' inquietudine dal cielo

Un' inquietudine dal cielo

Una nuvola grigia avanza dall’orizzonte, prima di tante, una composizione  minacciosa  pronta a scatenare il putiferio in città, temporale.

Inquietudine e non è timore, né preoccupazione, è un oppressione. Inquietudine come insoddisfazione. “Non deriva la nostra inquietudine da un'intima coscienza della nostra indegnità, da uno scontento di noi stessi, che sempre si collega con l'invidia e con una pazza vanità?”, scriveva Johann Wolfgang von Goethe.

Un senso di apprensione aggroviglia l’animo turbato, e le nuvole grigie avanzano inesorabilmente, come attratte magneticamente dalle dimore cittadine, crescono desideri incontrollabili. “L'inquietudine dei desideri produce la curiosità e l'incostanza: il vuoto dei piaceri turbolenti genera la noia. Nessuno si annoia mai della sua condizione, quando non ne conosce di più piacevoli”, scriveva Jean-Jacques Rousseau.

Ed ecco l’acqua scendere dal cielo, bagnare case, strade, auto, scuole, semafori, una sinfonia di suoni e rumori, di gocce su lamiere, di foglie piegate. I tergicristalli eliminano acqua dai vetri. “La mia anima è un’orchestra occulta; non so quali strumenti suonano e stridono, corde e arpe, timpani e tamburi, dentro di me. Mi conosco solo come sinfonia”, scriveva Fernando Pessoa.

Il cielo si rischiara, il tempo di un temporale è già passato, nelle pozzanghere si rispecchia l’azzurro, tutto torna sereno. Sole a scaldare le pietre, le lucertole abbandonano i nascondigli per tornare sulle pareti. L’inquietudine è il tempo di un temporale.

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