La luce arancione colora il cielo conferendogli un alone di mistero, inaccessibile verità che sfugge allo sguardo disattento, restando ignoto.
Come un sogno che si rinnova, la tua presenza qui è segno di un unione incontrastata e irrinunciabile. Lungo i binari della ferrovia un Frecciarossa risucchia l’aria come vortice in cui perdersi.
Sul lungomare in una fresca sera di settembre a camminare siamo solo io e te. La tua voce non copre il brusio delle onde contro gli scogli, osservi il consueto pescatore remare verso riva, il bottino della pesca al sicuro sul suo vecchio canotto. Rientra a terra, all’orizzonte al largo nel mare un temporale, pioverà stanotte anche qui, nelle campagne, le case con le finestre aperte, il fresco inaspettato, il calore sotto le coperte improvvisate.
Ora tutto tace, le ville deserte, settembre piacere per pochi, i tavoli vuoti del bar sulle rocce, il ristorante con pochi avventori, poche persone anziane a godere delle visioni della natura. Non è forse una fortuna essere qui in questo momento, il cielo un quadro impressionista e l’impressione è di settembre.
L’autoradio di una vecchia fiat uno rimanda le note di una canzone di Franco Battiato “la stagione dell’amore viene e va i desideri non invecchiano quasi mai con l’età”.
Mentre il tempo scorre sulla superficie dell’acqua increspata, piccoli pesci cercano cibo tra i fondali sabbiosi, lo spazio si riduce con la luce del tramonto. Ancora mille passi? Mille passi, come se fosse niente, come se fossero solo mille, li farei sempre.