Visioni d'insieme

Alda Merini, folle di amore

Alda Merini, folle di amore

Il primo gennaio del 1951 Alda Merini si siede alla sua scrivania, sparge nell’aria una boccata di fumo e scrive.

“Ora che io riposo nella certezza del tuo riposo e sento che l’ore si caricano d’aspettazione e danno il frumento divino dei desideri del corpo, ora che sul vigoroso sfondo del tuo avvicinarti ogni sfiducia è sollevata ed ammessa al triplice riferimento delle cose concrete, accordo questo tormento alla notturna carità del suono”. Scrive di getto, seguendo i suoi impulsi. Nessuna scrive di passione e pulsione come lei, nessuna, come lei, sa dar voce alla carne “lasciami alzare le mie forze al sole, lascia che mi appassioni dei miei frutti, lasciami lentamente delirare …”. Alda Merini era vera come i pensieri non detti, vera come i versi che dedica a Eugenio Montale “Capita anche a me, Maestro, di aver fatto l’amore con quelli che non ho mai conosciuto”.

Un fiume in piena di poesie, raccolte in libri per non farle fuggire via. Pieni e importanti come ogni sillaba che ha scritto. Pieno come il piccolo e prezioso Alda Merini, Folle, folle, folle di amore per te, edito da Salani con una copertina disegnata da Olimpia Zagnoli e un pensiero finale di Roberto Vecchioni sulla più grande scrittrice italiana. “Io sono folle, folle, folle di amore per te. Io gemo di tenerezza perché sono folle, folle, perché ti ho perduto. Stamane il mattino era sì caldo che a me dettava questa confusione, ma io ero malata di tormento ero malata di tua perdizione”. Null’altro da aggiungere. Sono folle, folle, folle di amore per te.

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