Pane & Acqua

Sanguinaccio, per pochi e non per tutti

Sanguinaccio, per pochi e non per tutti

Non è per tutti. Non è un prodotto per vegani, né per vegetariani. Decisamente è per chi ama la carne, ma anche tra questi c’è chi lo odia.

È un prodotto agroalimentare tradizionale pugliese, e non è per tutti i palati. È il sanguinaccio preparato con sangue di maiale, cervello, lardo, sale e pepe. Ha un colore violaceo, scuro, un odore intenso di scorze  di limone. La sua preparazione è esclusivamente affidata ai macellai, non è da tutti  far cuocere in acqua, un budello con dentro sangue e acqua, cervello e lardo cotti, sale, pepe, peperoncino, scorze a pezzi di limone.

Ricetta difficile da equilibrare, le dosi e le spezie sono calibrate sull’esperienza, che basta poco per renderlo non più squisito. Basta poco ad alterarne il gusto, preciso che risiede nei ricordi.

Viene servito freddo o caldo, c’è chi ama passarlo sulla brace, chi tagliarne una fetta da addentare con il pane. Sempre accompagnato da un calice di vino rosso, corposo che ben si abbina alla consistenza del prezioso prodotto. Difficile trovarlo in estate, il sanguinaccio è decisamente cibo invernale, la compagnia del fuoco, un’allegra tavolata di amici “carnivori”, calore che riscalda.

In un passato non troppo lontano la preparazione del sanguinaccio era domestica sempre sotto la supervisione di un abile conoscitore, oggi lo si trova comodamente nelle macellerie. C’è chi lo guarda con disprezzo, chi con malcelata diffidenza, chi non sa resistergli e si abbandona in acquisti puntuali, quasi consuetudinari. Un rito per alcuni. Sanguinaccio , vino e delle verdure, così per stare in pace, con la coscienza.

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