Pane & Acqua

Stracciatella, un cuore di panna

Stracciatella, un cuore di panna

Delicata e decisa, bianca come il latte, filante come mozzarella, ha in sé il gusto dell’esperienza e della novità, seduce al primo assaggio.

Stracciatella, morbide strisce di pasta filata affogate nella panna. Nasce in Puglia, ad Andria, la terra della burrata, un involucro di pasta filata che racchiude stracciatella. Non è un giro di parole ma l’essenza stessa di una delle produzioni casearie più gustose. Nata agli inizi del ‘900 dalla necessità di non buttare niente e di recuperare tutti i residui della lavorazione della mozzarella, la stracciatella era la raccolta degli sfilacci dall’acqua di filatura e della parte grassa del siero, mescolati poi con la panna. Oggi per produrla si usa il latte vaccino ma nella provincia di Foggia esiste la variante della stracciatella di bufala.

Può consumarsi “in purezza” accompagnandola con del pane di grano duro oppure con molteplici interpretazioni. Nelle orecchiette con cime di rapa, ma anche al sugo, nella frittata, sulla pizza, in un panino, come antipasto, come piatto unico, in un risotto, con i carciofi. Il limite al suo utilizzo è dettato solo dall’assenza di fantasia, in cucina.

Da non confondere con la stracciatella romana, una zuppa di brodo al quale si aggiungono uova sbattute con il parmigiano, né con quella di Bergamo, un gelato di crema bianca cui si aggiungono scaglie di cioccolato fondente, la stracciatella pugliese conquista con il suo candore. Cremosa, scivola sul piatto indisturbata, avvolge ciò che incontra in un tenero abbraccio, una coccola culinaria per chi ha voglia di passione.

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