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Il ritorno dei riti nella settimana santa

Il ritorno dei riti nella settimana santa

Nel paese lungo le strade illuminate dalle luci bianche dei led, fredde come una distesa di iceberg, la gente cammina con passo lieve.

Non accadeva da tempo, due anni, che quelle stesse vie nelle ore serali della settimana santa fossero deserte, spettrali.

La celebrazione della messa dell’ultima cena di Gesù, in coena domini, la lavanda dei piedi, il pane distribuito ai fedeli, tutto torna in forma solenne con il pubblico partecipante nel momento della fede. E prima che cali la notte del venerdì santo tutti in giro per i sepolcri, mascherina sul viso a ricordare la reclusione forzata in nome di una emergenza sanitaria inevitabile anche nei luoghi di Dio.

Il Calvario ospita le sparute piante di germogli di grano e ceci lasciati crescere, dalle donne che conservano le tradizioni, al buio senza luce, che vedono ora per ricordare che dopo la morte c’è resurrezione. E oggi nel giorno più triste per la chiesa tornano nella loro carica emozionale i riti del venerdì santo. Le processioni con le madonne vestite di nero il volto scolpito in un inenarrabile dolore, quello di una madre nel vedere il figlio morire. Il corpo deposto del Cristo i segni della flagellazione, penitenza per i devoti in alcune processioni. Tornano le persone a pregare ad accompagnare Maria, Taranto, Canosa di Puglia, tutte le città, tutti i paesi ognuno con la propria devozione, rito collettivo che si ripete, aggrega.

Nel giorno del venerdì santo ci si chiede chi sia oggi Maria e quale consolazione possa trarre dal vuoto senso delle parole.

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