Cultur&motive

Nico Vascellari e la sua Alba dei tempi

Nico Vascellari e la sua Alba dei tempi

Sul lungomare Imperatore Augusto a Bari un’opera d’arte si manifesta alla città. Via i teli neri che ne celavano le forme ed eccola fronte mare.

Alba dei tempi di Nico Vascellari, artista che unisce passato e futuro elaborando nel presente nuove forme di linguaggio. La sua è una comunicazione diretta, contemporanea, evolutiva. La sua opera Alba dei tempi resterà esposta a Bari al Museo Archeologico di Santa Scolastica.

Abbiamo chiesto all’artista come nasce la sua opera.

Quest’opera, la prima di una serie, nasce durante il primo lockdown nel quale ho trovato confortevole pensare che ciò che stavo vivendo non fosse un momento ma potesse diventare il resto della mia esistenza. Come avrei vissuto se avessi dovuto restare chiuso in casa, come avrei potuto lavorare? Ho iniziato a lavorare con ciò che trovavo in cucina, ciò che è fondamentale per la sopravvivenza, impastando farina e sale e acqua e creando piccole strutture che infornavo. Così riflettevo su ciò che è stata la casa e l’evoluzione della casa nel corso dell’umanità e andando a ritroso sono arrivato alle caverne ed è stato abbastanza immediato confrontarmi con la pittura rupestri, che è  una manifestazione dell’umanità ancora piena di misteri  e che sicuramente, qualunque sia stata l’impellenza di fare questi disegni, analizza un rapporto che è quello tra uomo e natura, un rapporto tra l’uomo e il resto del mondo. È qualcosa che credo ci abbia animato da subito e ci animerà fino alla fine. Queste piccole sculture di farina e di sale hanno iniziato a prendere la forma dei primi animali dei quali abbiamo avuto traccia”.

Il suo profilo Instagram ha 46 mila follower, cosa pensa dei social?

Ho un rapporto molto conflittuale con i social, trovo che di tanto in tanto l’umanità inventa uno strumento che è più forte dell’umanità stessa e che in questo momento siamo totalmente  soggiogati dal rapporto con i social.   Molto banalmente aldilà della comunicazione e della diffusione di un’opera non aiutano particolarmente perché tendono ad appiattire e livellare ogni forma di immagine”.

L’artista per l’installazione di Bari si è ispirato al graffito di un pinguino ritrovato nella grotta provenzale Cosquer e risalente a 27 mila anni fa. La scultura è in alluminio.

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